Riscaldamento globale, vertice a Bruxelles

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Da lunedì a venerdì riunione degli esperti del Giec-Ipcc

I risultati dello studio saranno portati al prossimo G8. I primi a subire gli effetti disastrosi saranno Africa e Sudamerica, poi l’Asia

Aumento delle temperature secondo i vari modelli (da Ipcc.ch)
Aumento delle temperature secondo i vari modelli (da Ipcc.ch)

BRUXELLES – Ogni volta che vengono aggiunti nuovi dati e vengono effettuati studi più accurati, l’allarme climatico diventa sempre più serio. Un rapporto intergovernativo sui cambiamenti climatici – aggiornato con gli ultimi sviluppi sull’evoluzione dell’effetto serra – sarà presentato venerdì prossimo a Bruxelles, ma già da lunedì si riuniranno nella capitale belga scienziati di tutti il mondo che fanno parte del Gruppo intergovernativo di esperti sull’evoluzione del clima (Giec-Ipcc), istituito dall’Onu. I risultati dello studio – condotto da circa 2.500 scienziati di 130 nazioni in sei anni – saranno poi portati all’attenzione del prossimo G8.

SEI GRADI – I dati confermano che, senza un intervento davvero efficace sui gas serra, la temperatura della superficie terrestre crescerà di oltre 6 gradi nei prossimi cento anni. Il surriscaldamento causerà un aumento dei fenomeni catastrofici, soprattutto nei Paesi del Terzo mondo: cicloni e precipitazioni di intensità record, inondazioni, siccità, erosione delle coste. Che a loro volta determineranno rischi di carestia, siccità e il rafforzamento di malattie tropicali oggi sotto controllo, che produrranno ondate migratorie verso i Paesi più sviluppati.

PRIMA AFRICA E SUDAMERICA, POI L’ASIA – I primi effetti del riscaldamento si potrano purtroppo verificare già entro i prossimi vent’anni. I primi ad avere problemi seri – secondo il rapporto degli esperti mondiali – saranno le popolazioni che vivono in Africa e nell’America Latina. Dal 2050 circa sarà la volta dell’Asia, dove però verso il 2040 inizieranno a sciogliersi i ghiacciai himalayani. Se non si interverrà per invertire la tendenza, nel 2080 gli esperti prevedono che il 20-30% delle specie animali e vegetali saranno a rischio di estinzione. E riesploderanno malattie tropicali oggi sparite o tenute sostanzialmente sotto controllo.

(Corriere.it, 01 aprile 2007)

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