Sicurezza, nuovi investimenti “Ma troppe scuole a rischio”

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Il 66% non ha il certificato antincendio e il 38% quello di agibilità

L’allarme nel rapporto di Legambiente per il 2007 presentato alla presenza di Fioroni. Il 66% degli istituti non ha il certificato antincendio e il 38% quello di agibilità LA TABELLA / IL DOCUMENTO

di SALVO INTRAVAIA

<B>Sicurezza, nuovi investimenti<br />“Ma troppe scuole a rischio”</B>” src=”http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni/scuola_e_universita/servizi/sicurezza/sicurezza-07/stor_9138402_24130.jpg” width=”280″ /></div><p></p>
<p>Gli alunni italiani frequentano scuole piene di pericoli. E sulle cosiddette “pratiche ecocompatibili” gli istituti del Paese restano agli ultimi posti nelle classifiche internazionali. E’ quanto emerge dal rapporto di <strong>Legambiente</strong> dal titolo <strong>‘Ecosistema Scuola 2007’</strong>, presentato oggi a Roma dal presidente dell’associazione ambientalista, <strong>Roberto Della Seta</strong>, alla presenza del ministro della Pubblica istruzione, <strong>Giuseppe Fioroni</strong>. Ma rispetto al 2005 qualcosa si muove: con la sua prima Finanziaria, il governo Prodi ha stanziato 250 milioni per adeguare gli edifici scolastici e ha rilanciato l’uso del fotovoltaico come fonte di energia alternativa anche per le scuole. </p>
<p>Gli oltre sette milioni e mezzo di alunni e il milione di insegnanti e non docenti che frequentano la scuola ogni giorno continuano a correre mille pericoli. Gli edifici sono vecchi, bisognosi di manutenzione e spesso in contesti inquinati. Quanto basta per affermare che non è possibile abbassare la guardia. La città italiana con le scuole migliori, dal punto di vista della sicurezza degli immobili e della qualità dei servizi offerti agli studenti, è Prato. </p>
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La situazione. ‘In generale il patrimonio immobiliare delle scuole italiane – si legge nel dossier elaborato attraverso le informazioni inviate da 33 province e 87 comuni – è vecchio: il 54 per cento degli edifici è stato costruito prima del 1974, oltre uno su tre ha urgente bisogno di interventi di manutenzione straordinaria, il 66 per cento non ha il certificato di prevenzione incendi e il 38 per cento non possiede quello di agibilità statica. Il che significa che più del 50 per cento delle scuole è esposto a rischio’. Dati sufficienti per definire la situazione preoccupante. In più, ‘non si registrano significativi cambiamenti in merito all’esposizione delle scuole a fonti di inquinamento’. A titolo di esempio basti dire che sono 14 su 100 i casi (certificati o sospetti) in cui ‘sono presenti strutture con amianto’. E ancora troppe le scuole vicine ad aree industriali, antenne radio-tv e cavi dell’alta tensione o che restano prive di strutture per lo sport (il 12 per cento). Stanno meglio gli alunni che frequentano le scuole dell’obbligo rispetto ai compagni di licei, istituti tecnici e professionali.

Le note positive. I miglioramenti più vistosi emergono dalle pratiche ecocompatibili: quelle che possono essere messe in pratica dagli stessi dirigenti scolastici, insegnanti e bidelli. Negli oltre 6 mila edifici indagati dallo studio risulta in crescita l’utilizzo di fonti di illuminazione a basso consumo (46 per cento) e l’uso di energia rinnovabile. Si registrano progressi anche per la raccolta differenziata di carta, pile, plastica, vetro, alluminio, materiale organico e toner.

Promossi e bocciati. Nella classifica generale, oltre Prato, raggiungono livelli d’eccellenza Asti, Parma, Bergamo, Biella, Forlì, Livorno, Macerata e Siena. Agli ultimi posti troviamo Piacenza, Rieti, Benevento, Crotone e Catania. Tra le grandi città, Milano conquista l’11° posto, seguita da Roma al 16° e da Torino al 36°. Napoli, Venezia e Bologna vengono ‘bocciatè per non aver inviato alcun dato.

I commenti. “Lo stanziamento in Finanziaria per il prossimo triennio è una novità importante come pure il ‘patto di sicurezza’ previsto tra Stato, regioni ed enti locali – dice Della Seta – Con il piano messo a punto dal ministero delle Attività produttive, in accordo col ministero della Pubblica istruzione, d’ora in poi, anche le scuole potranno beneficiare di incentivi e sgravi fiscali per l’installazione di impianti fotovoltaici”. Risulta invece ‘preoccupante la staticità della situazione in campo energetico – spiega Vittorio Cogliati Dezza, responsabile nazionale Scuola e Formazione di Legambiente – che vede le scuole italiane al palo da diversi anni. Non si registrano infatti passi avanti nell’utilizzo di fonti rinnovabili, mentre qualche azione in più è stata fatta sul fronte del risparmio. Occorre un maggiore impegno per sviluppare queste buone pratiche e, visti i nuovi incentivi, ora ci aspettiamo che qualcosa cambia davvero, che le scuole non siano più luoghi di spreco, ma funzionino da esempio e modello per tutto il territorio”.

(Repubblica.it, 22 marzo 2007)

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