Agli italiani piace il Servizio Sanitario Ma il Nord è più soddisfatto del Sud

by redazione | 2 Marzo 2007 0:00

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Secondo l’indagine Istat sulla salute, scontenti solo il 17,2%. Diminuiscono i ricoveri, aumentano le visite di controllo

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<p><!-- inizio DIDA -->Il ministero della Sanità. Il servizio sanitario piace agli italiani</p>
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<p><!-- inizio TESTO --><font size=ROMA – Il Servizio Sanitario nazionale? Promosso a pieni voti dagli italiani. Secondo l’indagine Istat sulla salute, effettuata su un campione di 60mila famiglie e presentata al ministero della Salute, un terzo della popolazione è molto soddisfatto del Sevizio Sanitario, e gli dà un voto fra il 7 il 10. Il 43,4% dà una valutazione intermedia, mentre solo il 17,2% esprime insoddisfazione. La figura professionale verso la quale in Italia si ha maggiore fiducia è il medico di famiglia (64,3%), seguito dal medico specialista privato (32,1%) e dal medico ospedaliero (13,3%).

Italiani nel complesso soddisfatti, dunque, ma con grosse differenze tra Mezzogiorno e Settentrione. Le regioni nelle quali i giudizi negativi (punteggio da 1 a 4) sono più numerosi si trovano tutte al Sud: Calabria (35,9%), Puglia (28%) e Sicilia (25,6%). Al Nord, invece quelle con un livello maggiore di soddisfazione (punteggio da 7 a 10). In particolare, sono molto contenti del servizio sanitario gli abitanti della provincia di Bolzano (68,8%), della Valle d Aosta (59,6%) e dell’Emilia-Romagna (46,8%).

Notizie positive anche per quel che riguarda la salute: la maggior parte degli italiani si sente bene, anche se in bilico fra stili di vita pericolosi (troppo fumo e troppi chili di troppo). Il 61,3% delle persone dai 14 anni in su sostiene di stare bene o molto bene, a fronte del 6,7% che dice invece di stare male o molto male. Le donne si sentono peggio (8,3% contro 5,1%), soprattutto le anziane.

Gli italiani hanno anche imparato il valore della prevenzione. Rispetto agli ultimi cinque anni, infatti, diminuiscono i ricoveri (-18,7%). Mentre aumenta del 16,7% il numero di visite effettuate. Un dato che riguarda soprattutto gli ultra settantacinquenni (+36,7%). Il numero di visite generiche è cresciuto del 20,5% e quello delle specialistiche del 10,5%. L’incremento complessivo delle visite si verifica in più della metà dei casi per ripetizione di ricette, in 917 mila casi per malattia e 895 mila per controllo dello stato di salute.

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Le persone di status sociale più elevato fanno più visite e accertamenti specialistici mentre le persone con livello di istruzione più basso fanno più visite generiche (41,2% contro il 18,1%), accertamenti di laboratorio (23,3% contro il 16,9%) e ricoveri (4,4% contro 2,3%).

Tra le visite specialistiche sono più numerose le visite odontoiatriche (26,9%), seguite da quelle ortopediche (11,4%), oculistiche (10,8%) e cardiologiche (9,5%). Aumentano soprattutto le visite urologiche (+35,4%), le cardiologiche (+34,3%), le geriatriche (+33,0%) e le dietologiche (+32,8%). Il 57% delle visite specialistiche è pagato interamente dalle famiglie. Se non si considerano le visite odontoiatriche si arriva a circa il 48%.

Marche e Umbria si distinguono per le quote più alte di visite a pagamento; le più basse percentuali si registrano invece in Sardegna e in Sicilia. E’ purtroppo elevata la quota di persone di status sociale basso (46,8%) che si fanno interamente carico della spesa. Lazio, Puglia, Marche e Sicilia sono le regioni nelle quali più frequentemente i controlli specialistici sono totalmente a carico degli utenti.

(Repubblica.it, 2 marzo 2007)

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