L’assemblea nazionale sulla sicurezza

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Ogni anno 1300 morti sul lavoro. I sindacati chiedono una svolta

Sicurezza sul lavoro. I sindacati hanno fatto il punto diffondendo cifre terribili sull’anormalità italiana. Siamo un paese in cui ogni anno in media muoiono 1.328 persone per infortuni sul lavoro. Di questi l’8% sono donne. Due terzi, circa 850 lavoratori, perdono la vita per cadute dall’alto in edilizia; ribaltamento del trattore in agricoltura o in un incidente stradale nel trasporto merci per le eccessive ore alla guida. In media ogni morto perde 35 anni di vita, per un totale di 45 mila anni di vita persi ogni anno. Sono alcuni dei dati denunciati da Cgil, Cisl e Uil nel corso dell’assemblea nazionale su salute e sicurezza, che si è tenuta oggial teatro Brancaccio di Roma e alla quale hanno partecipato circa mille quadri provenienti da tutte le Regioni.

I dati, che si riferiscono alla media del triennio 2003-2005, evidenziano inoltre che gli infortuni ufficiali sono 961.163 ogni anno. La riduzione e’ tutta maschile, mentre per le donne e’ in crescita, con una media del 26%. Senza contare tutti gli infortuni non denunciati all’Inail, e quindi non contabilizzati nelle statistiche, che potrebbero essere, secondo una stima, almeno 200 mila. Altri 300 morti ancora, secondo le stime dell’Ilo (l’Ufficio internazionale del lavoro), sarebbero da ricondurre a malattie di origine professionale. In Europa, stima l’Ilo, per ogni morto d’infortunio decedono altre quattro persone a causa di malattie di origine lavorativa. L’Ilo stima inoltre 13 mila morti l’anno in Italia a causa di esposizione a sostanze chimiche. Il costo per il sistema Paese della mancata prevenzione, secondo l’Inail, vale il 3% del Pil nazionale.

“Non accettiamo come normali i 1.300 morti sul lavoro che si registrano ogni anno in Italia, da sempre lottiamo per migliori condizioni di lavoro e per la dignità e l’integrità psico-fisica dei lavoratori’. A dirlo è il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, intervenendo oggi all’Assemblea nazionale. Epifani ha ricordato che da sempre i sindacati lottano “per migliori condizioni di lavoro e per la dignita’ e integrita’ psico-fisica dei lavoratori”. Il segretario generale della Cgil ha rammentato come nella sua storia il sindacato abbia conquistato molto, a cominciare dal divieto di lavoro notturno per donne e bambini, alle norme antinfortunistiche e sulla nocivita’, allo statuto dei lavoratori, alla riforma sanitaria del 78, nonche’ quanto previsto dalla stessa Carta Costituzionale. Secondo il leader della Cgil tutto questo “ha portato al dimezzamento delle morti rispetto agli anni ’50 e ’60: erano circa 2.000 solo nell’industria e servizi, ora circa 1.300, mentre il numero degli infortuni e’ sceso di poco e negli ultimi 15 anni con percentuali da prefisso telefonico”.

A questo punto occorre “una regia sui temi della politica della sicurezza e salute sul lavoro”, ha aggiunto il leader della Uil Luigi Angeletti, secondo il quale occorre sposare una regia a livello nazionale al rilancio della bilateralita’ a livello territoriale. “Gli enti bilaterali vanno incrementati – ha detto Angeletti – per un controllo piu’ mirato sul territorio e per attuare una politica vera di prevenzione”. Attualmente ci sono gia’ enti bilaterali fatti da sindacati e imprese ma “ce ne vogliono ancora molti altri – ha osservato Angeletti – basti pensare che sul territorio ci sono centinaia di migliaia di aziende sotto i 20 dipendenti: di qui la necessita’ di allargare e incrementare gli enti bilaterali per fare prevenzione”.

Nel frattempo, sempre oggi, il sottosegretario al Lavoro, Antonio Montagnino, ha annunciato che ”il disegno di legge delega in materia di sicurezza sul lavoro è pronto”. ‘La sua natura non è meramente compilativa – ha spiegato Montagnino -, vuole sì riordinare riordinare le numerose norma legislative che si sono stratificate nel tempo, ma vuole soprattutto innovare”. Al testo definitivo, aggiunge, si è arrivati attraverso ”una intensa attività di concertazione che ha visto per la prima volta coinvolti due ministeri, quello del Lavoro e quello della Salute, oltre a sindacati e imprese”.

(www.rassegna.it, 12 gennaio 2007)


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