by redazione | 2 Gennaio 2007 0:00
Rapporto globale dell’Ecpat. A pesare sono la grande facilità di comun
Tre fenomeni allarmanti per l’Italia
ROMA – La grande facilità di comunicare in tempo reale attraverso Internet, lo sviluppo del nuovo turismo globale ormai senza frontiere e la crescita delle disparità economiche e della miseria sono le cause principali dell’aumento dello sfruttamento sessuale dei bambini e dei minori. I dati sono ancora molto preoccupanti, nonostante l’attività di sensibilizzazione delle organizzazioni non governative e l’attività di prevenzione e repressione da parte delle forze di polizia di tutti i paesi che hanno avviato una cooperazione operativa. A rilanciare l’allarme sul fenomeno dello sfruttamento sessuale dei minori è questa volta l’Ecpat,
Come ogni anno l’Ecpat ha prodotto il suo rapporto globale da cui si ricavano i dati sull’andamento della prostituzione minorile e ora anche sulla pedofilia via Internet.
Nel rapporto di quest’anno fa il punto della situazione a dieci anni esatti da quel primo congresso mondiale di Stoccolma. Il secondo si è tenuto a Yokohama nel 2001, durante il quale venne adottata un agenda di lavoro da 159 paesi. Per quanto riguarda l’Italia, il rapporto Ecpat conferma tre fenomeni molto allarmanti. Il primo è che ci sono anche bambini italiani che rimangono vittime dello sfruttamento sessuale e della pornografia a fini commerciali. Il secondo dato è che l’Italia è il paese di destinazione e transito della prostituzione di giovani ragazze che provengono soprattutto dalla Nigeria, dall’Albania, dalla Romania, dalla Moldova, dalla Bulgaria e dell’Ucraina. Infine il terzo fenomeno è che dall’Italia partono spesso persone in cerca di avventure esotiche sessuali con minorenni in paesi dove la povertà spinge i bambini alla disperazione. Nel rapporto si citano le cifre di questi fenomeni e si ricordano anche storie drammatiche, come quella di Jessica, una ragazza nigeriana che era arrivata in Italia per studiare e che invece a Torino è caduta vittima degli sfruttatori e avviata alla prostituzione. Ora Jessica a 17 anni è si è ammalata di Aids.
Anche i ragazzi sono spinti spesso alla prostituzione in età comprese tra i 13 e i 17 anni. Si tratta di ragazzi rumeni o nord africani che vengono costretti a prostituirsi in zone molto frequentate e in particolare nei pressi delle stazioni ferroviarie. Un fenomeno che coinvolge sempre più spesso anche ragazzi e ragazze provenienti dai Balcani e dall’Albania.
All’inverso c’è gente che parte dal nostro paese per cercare appunto l’avventura erotica con minori. Una delle destinazioni più frequenti, sempre secondo il rapporto Ecpat che cita anche i dati forniti dalle organizzazioni di attivisti per i diritti umani, è il Kenya una delle mete predilette.
L’Italia non ha ancora sviluppato un piano specifico nazionale contro il cosiddetto Csec (Commercial Sexual Exploitation of Children), ma ha un piano nazionale per prevenire e combattere la pedofilia e applica le convenzione e le leggi che in questi ultimi dieci anni sono state varate, anche per merito della Campagna globale contro lo sfruttamento dei minori. In particolare nel nostro paese è stata varata la legge 269 del 1998 contro lo sfruttamento sessuale commerciale dei minori (che poi si può considerare come una nuova forma di schiavitù) e la più recente legge numero 38 varata nell’anno che si è appena concluso e che è stata pensata come un modo per inasprire le pene. La legge 38 introduce anche nuove fattispecie di reato, come per esempio la pedopornografia virtuale. In particolare in Italia è attivo il progetto Ciclope (vedi lancio successivo).
L’Italia si è attivata – rispetto a questi fenomemi – anche attraverso accordi bilaterali con paesi che sono coinvolti o comunque interessati. Due sono gli esempi più recenti. Il primo è un Memorandum tra l’Italia e
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Le proposte dell’Ecpat per contrastare lo sfruttamento sessuale
La necessità che i diversi Paesi sviluppino strategie e piani d’azione per combattere i crimini relativi allo sfruttamento sessuale e commerciale dei minori in ogni forma si manifesti. L’urgenza di cambiare le leggi nazionali
ROMA –
Per quanto riguarda invece le indicazioni che l’Ecpat suggerisce ce ne sono quattro di carattere generale e altre più specifiche. L’Ecpat sostiene prima di tutto che i diversi paesi devono adempiere all’obbligo di sviluppare strategie e Piani d’azione nazionali per combattere i crimini relativi allo sfruttamento sessuale e commerciale dei minori in ogni forma si manifesti. C’è poi la necessità di cambiare le leggi nazionali per poter finalmente adeguarle agli strumenti legislativi che sono stati sottoscritti a livello internazionale. I responsabili della campagna Ecpat sostengono poi che a tutti i bambini, fino all’età di 18 anni, deve essere garantita la protezione legislativa contro lo sfruttamento sessuale commerciale. Le pene devono essere adeguate alla natura gravissima delle violazioni. Gli Stati devono assumersi comunque la responsabilità di provvedere alla cura, alla protezione e ai servizi di recupero per i bambini che siano stati sessualmente sfruttati a fini commerciali. Attualmente sono quasi esclusivamente le Ong che forniscono questi servizi di recupero.
D’altra parte il commercio di prostituzione e pedofilia minorile si sta sviluppando e diffondendo. Gli Stati devono aggiornare quindi i loro strumenti di conoscenza e di intervento. L’Ecpat raccomanda anche l’avvio di processi di formazione e di educazione. La sicurezza dei bambini, soprattutto per quanto riguarda Internet, deve essere insegnata già dalle scuole. Lo Stato italiano, sempre secondo i responsabili della campagna contro il traffico e lo sfruttamento dei minori, dovrebbe ratificare il Protocollo sui traffici, nonché
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