Eurispes: italiani favorevoli a Pacs ed eutanasia

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Dal rapporto 2007 emerge un'”Italia feudale”. Le bocciature in ambito economico: per uno su due la situazione è peggiorata, forti dubbi sul taglio delle tasse

Roma, 26 gen. – (Adnkronos/Ign) – Pacs, eutanasia, tasse, pensioni, criminalità, scuola, istituzioni. L’Eurispes passa al setaccio i temi caldi dell’attualità italiana. E ne esce un quadro tra luci e ombre nel ‘Rapporto Italia 2007’ presentato oggi a Roma. Se gli italiani si dicono, infatti, per la maggior parte faveroveli a Pacs ed eutanasia, esprimono invece perplessità sull’economia del Paese e le istituzioni non godono di grossa fiducia, salvo il presidente Napolitano.

In sostanza l’Italia risulta un paese ‘feudale’, che resiste al cambiamento, sospeso tra innovazione e conservazione. L’Italia, afferma il presidente dell’Eurispes Gian Maria Fara, ”sembra impaziente di lasciarsi alle spalle quell’atmosfera di declino che ne ha accompagnato i passi negli ultimi anni, ma deve fare i conti con la sua malattia, con i suoi ritardi, con le fragilità strutturali, ma soprattutto con una classe dirigente ormai inadeguata”.

L’atteggiamento degli italiani, sottolinea l’Eurispes, nei confronti dell’introduzione dei Pacs, il sostegno economico dello Stato alle unioni di fatto, il matrimonio fra omosessuali, è positivo. E’ favorele il 67%. Una nota: sono soprattutto gli elettori di sinistra (85,8%) e di centrosinistra (81,1%) a dirsi, nella larga maggioranza dei casi, favorevoli all’introduzione dei Patti civili di Solidarietà. E anche a destra, sepurre in percentuali più basse, i favorevoli sono comunque più della metà.

Circa un terzo degli italiani, il 34,2%, ritiene poi che una coppia di omosessuali abbia diritto a sposarsi con rito civile se lo desidera, la maggioranza, il 58,1%, è però di opinione contraria. No generale invece all’adozione per i gay. La pensano così il 78% degli italiani. Solo il 13,2% si dice favorevole.

Quanto all’eutanasia è più che raddoppiata in 20 anni la percentuale degli italiani favorevole. Sono quasi 7 su dieci, ben il 68% degli italiani a dire sì. Contrari invece il 23,5% del totale, mentre uno su dieci (8,5%) non ha saputo o non ha voluto fornire una risposta in proposito. Confrontando questi risultati con quelli del sondaggio realizzato nel 1987, la situazione si ribalta: in quell’anno, infatti, complessivamente il 40,8% era contrario all’eutanasia, mentre soltanto il 24,5% era favorevole.

In fatto di economia per le famiglie italiane il 2006 è stato un anno da archiviare ma aleggia un leggero ottimismo per il 2007. Il 36,7% ritiene infatti che la situazione economica nel 2006 sia peggiorata, mentre per la maggior parte degli italiani, il 56%, si è mantenuta sostanzialmente stabile e solo il 5,9% ha percepito un miglioramento della propria situazione familiare. Il tutto mentre il ceto medio è sempre più a rischio e indebitato. In particolare un italiano su due, il 51,9%, afferma che nell’anno passato si sia verificato un generale peggioramento.

Per quanto riguarda le aspettative di miglioramento dell’andamento dell’economia italiana nel corso 2007, è in crescita la quota di quanti guardano al futuro con pessimismo (erano il 30,1% agli inizi del 2006 contro il 36,2% nel 2007), parallelamente aumentano in modo consistente gli ottimisti (dal 13,2% del 2005 al 19,2% del 2006 fino al 35,6% nel 2007).

Ma se ci spostiamo in ambito fiscale gli ottimisti sono sempre meno. Gli italiani, infatti, sono scettici o critici verso le misure fiscali inserite in Finanziaria e non credono alla prospettiva di un futuro taglio delle tasse. L’Eurispes descrive un Paese ”disilluso e disincantato, che ritiene di aver già aspettato abbastanza il cambiamento, la svolta, annunciati forse troppe volte con eccessivo clamore”. E’ ben il 62,4% a non credere al taglio delle tasse previsto dal governo.

Quando poi si parla di istituzioni, gli italiani perdono la fiducia, salvo che per il Quirinale. Il Rapporto dell’Eurispes sottolinea che la fiducia nelle istituzioni nel corso dell’ultimo anno è diminuita (46,7%), invariata per il 40% e aumentata per il 9,9%. Quasi due terzi degli intervistati (63,2%) si fidano del presidente della Repubblica, il 39,8% si fida della magistratura, meno di un terzo del governo (30,7%) e del Parlamento (30,5%). La nota è che le istituzioni che godono di maggiore fiducia presso gli italiani sono le associazioni di volontariato (78,5% di fiduciosi).

Discorso a parte il sistema pensionistico italiano. Secondo l’Eurispes presenta squilibri finanziari da correggere, lo dimostrano i numeri. Sono complessivamente 16.561.600 i pensionati che percepiscono un importo complessivo di 207.973 milioni di euro con un importo medio di circa 12.500 euro annui. Ed è motivo di riflessione, soprattutto in un’ottica futura, secondo l’istituto di ricerca, la circostanza che la classe di età tra i 40 e i 64 anni accolga 4.763.595 pensionati e cioè il 28,8% del totale. Probabilmente un pensionato di 50 anni che percepisce una pensione di anzianità continuerà a gravare sulle casse dei contribuenti per altri 30 o 40’anni, pur essendo in grado di produrre ricchezza.

E sulla criminalità? Aumenta per gli italiani la paura di poter essere vittima di reato (il timore si basa innanzi tutto su violenze sessuali, criminalità organizzata e violenza minorile). E i numeri ne danno la misura. Quasi un italiano su 5 (19%), afferma l’Eurispes, nel 2006 ha subito almeno un reato. ”Il 21,7% ed il 16,4% delle risposte date da coloro che hanno subito un reato sono rappresentati rispettivamente dai furti in casa e da quelli dell’automobile o del motorino; seguono gli scippi/borseggi (14,8%) e le minacce (9,9%). Ben il 27% sono invece stati truffati: infatti il 9,9% dichiara di aver subito truffe e raggiri (clonazione della carta di credito, truffe finanziarie, falsi contratti, chirocartomanti, ecc.), il 9,5% è stato vittima di truffe su Internet ed il 7,6% è stato raggirato nella ricerca di lavoro. Inoltre, nella stessa percentuale (4,6%) gli intervistati hanno subito estorsioni o sono stati aggrediti fisicamente. L’1% dei casi ha riguardato la violenza sessuale.

Passando alla scuola il dato più evidente è che le aule si fanno sempre più ‘multicolore’. Nell’ultimo anno scolastico gli alunni stranieri presenti erano 424.683, con un aumento di quasi 65.000 alunni stranieri (+17,4%) rispetto all’anno scolatico 2004/2005. Dunque l’incidenza degli alunni con cittadinanza non italiana sulla popolazione scolastica totale è passata dallo 0,47% del 1994/1995 al 4,8% del 2005/2006.


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