Giustizia, la Camera approva il ddl Mastella

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Il testo è passato con 263 sì, 134 no e 3 astenuti. Tutta l’opposizione ha votato contro. Stop al decreto sulla carriera dei magistrati

ROMA – La Camera ha approvato in via definitiva il ddl che modifica e in parte sospende la riforma dell’ordinamento giudiziario approvata dalla Cdl nella scorsa legislatura. Il testo è passato con 263 sì, 134 no e 3 astenuti. Tutta l’opposizione ha votato contro. Bocciati tutti gli emendamenti modificativi presentati dalla Cdl, il testo resta identico a quello approvato dal Senato.
URLA E SCHIAMAZZI – Sono stati approvati tutti i quattro articoli del disegno di legge (I punti), ma la seduta è stata movimentata. Urla e schiamazzi dei deputati della Cdl, richiamati dal presidente Bertinotti, hanno accompagnano il parere che il sottosegretario alla Giustizia Luigi Scotti ha espresso sui singoli ordini del giorno. Bertinotti ha poi respinto la richiesta del capogruppo di Forza Italia, Elio Vito, di far slittare il voto finale a martedì mattina.
CALLIGRAFIA – Un piccolo empasse si è verificato al momento della lettura degli ordini del giorno presentati al ddl. Il sottosegretario alla Giustizia Scotti ha avuto qualche difficoltà nel dare il parere del governo perché non riusciva «a decifrare la calligrafia del ministro Mastella». Scotti viene aiutato dai funzionari della Camera, mentre l’opposizione grida e protesta dai banchi. Una nota ufficiale del ministero aiuta poi a chiarire il mistero. «Non era di Mastella la calligrafia da decifrare» e non c’è stata alcuna «difficoltà da parte del sottosegretario Luigi Scotti nel leggere il parere del ministro su alcuni degli ordini del giorno». Il problema è stato risolto da Bertinotti, che i due deputati presentatori degli ordini del giorno a leggere i testi messi a punto».
I PUNTI – La nuova legge prevede modifiche alle norme sugli illeciti disciplinari dei magistrati e sull’organizzazione delle Procure e lo stop, fino al 31 luglio 2007, all’entrata in vigore del decreto attuativo della riforma che disciplina la carriera dei magistrati e la separazione delle funzioni tra pm e giudici. Entro nove mesi queste ultime norme della legge Castelli inoltre dovranno essere cambiate.
(Corriere.it, 24 ottobre 2006)

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