L’indulto in aula alla Camera

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Di Pietro contrario minaccia le dimissioni, anche la Cdl si divide

La Repubblica, MERCOLEDÌ, 19 LUGLIO 2006

Pagina 23 – Interni

Votato lo stralcio del provvedimento da quello sull´amnistia. Il ministro: “È una legge che libera Previti”

L’indulto in aula alla Camera

L´approvazione potrebbe avvenire già nella prima settimana di agosto

di Liana Milella

ROMA – L´indulto fa un balzo in avanti, potrebbe essere approvato la prossima settimana alla Camera e nella prima di agosto al Senato, ma nella maggioranza si apre un duro scontro tra il leader dell´Idv Antonio Di Pietro e il resto della coalizione. Il ministro per le Infrastrutture scrive a Prodi, minaccia le dimissioni, chiede che dell´indulto si parli nel consiglio dei ministri di venerdì. Considera «del tutto inammissibile» che l´Unione, tra i primi provvedimenti sulla giustizia, ce ne metta uno che «libera Previti». Non accetta che tra i reati ammessi allo sconto di pena vi siano anche quelli contro la pubblica amministrazione (corruzione, concussione, peculato), quelli finanziari (falso in bilancio, frode fiscale, aggiotaggio, appropriazione indebita), quelli societari (i fallimenti). «Non potremmo mai sopportarlo» scrive Di Pietro. «Con tutte le conseguenze del caso» aggiunge. Cioè l´abbandono del governo. L´ex pm usa parole gravi. Parla di «simonia», di «compravendita delle indulgenze» per cui «il centrodestra acconsente a votare l´indulto» in cambio dell´inclusione di alcuni reati. Aggiunge che «l´Unione è arrivata dove non era arrivata la Cdl». Ancora ieri sera, incontrando Prodi a palazzo Chigi, Di Pietro ha ribadito la sua posizione, ma non ha ricevuto risposte.
Nel giorno in cui l´indulto fa un doppio passo avanti alla Camera, Di Pietro insiste su quanto chiede ormai da una settimana. Ma del tutto inascoltato. Tant´è che ieri, alla Camera, l´indulto ha fatto un doppio passo verso il traguardo: l´aula ha votato lo stralcio dall´amnistia, favorevoli Unione, Forza Italia, Udc, contrari Lega e Idv, astenuta An. La commissione Giustizia ha licenziato il testo, con 48 ore di anticipo sulla tabella di marcia. Respinti ottanta emendamenti, un´unica modifica, quella del ds Alessandro Maran: l´indulto di tre anni non toccherà le pene accessorie permanenti, come aveva proposto il relatore Enrico Buemi (Sdi-Rnp), ma influirà solo su quelle temporanee. Ribattezzato “emendamento anti Previti”, impedisce all´ex ministro della Difesa, condannato a sei anni e all´interdizione dai pubblici uffici nel processo Imi-Sir, di tornare alla Camera. Previti godrà dello sconto di tre anni e potrà sfruttare la legge che consente l´affidamento ai servizi sociali per chi ha condanne sotto i tre anni. Alla fine, ma con rammarico, vota anche Buemi: «Non è giusto che un Parlamento passi il tempo a fare norme pro o contro qualcuno. Recuperare i diritti civili serve per reinserirsi nella società». E poi dell´indulto usufruiranno quasi 13mila detenuti.
Ma a Di Pietro non basta, perché Idv aveva presentato modifiche, poi bocciate, per escludere dall´indulto la corruzione. Nessuna sponda alle sue richieste né dai Ds, né dal Guardasigilli Clemente Mastella. Quest´ultimo contesta il metodo, se è legittimo porre la questione politica gli interlocutori sono sbagliati: «L´indulto è un atto del Parlamento e non del governo. Il consiglio dei ministri non è il luogo istituzionale dove discuterne». Di Pietro avrebbe dovuto attivare i capigruppo o le segreterie politiche. Politicamente, è dura la replica del responsabile ds per la Giustizia Massimo Brutti: «Nessun colpo di spugna: i reati non si cancellano, i processi si faranno. I reati di cui parla Di Pietro continueranno a essere perseguiti. Questa legge non è nata per Previti. L´ex ministro potrà giovarsi dello sconto ma ciò non incide sulle sue responsabilità processualmente accertate, né sull´interdizione perpetua dai pubblici uffici».

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