“Voli Cia, usati dieci aeroporti in Italia“

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(La Repubblica, MARTEDÌ, 13 GIUGNO 2006, pagina 13 – Esteri)

Il documento, approvato ieri dalla Commissione d´inchiesta dell´Europarlamento, sarà reso noto oggi

“Voli Cia, usati dieci aeroporti in Italia“

Il rapporto Ue: gli aerei con i prigionieri atterrati anche Sigonella

Il voto ha spaccato i Popolari, i tre deputati di Fi hanno votato no
Finora si era avuta notizia soltanto dell´utilizzo degli scali di Aviano e Roma-Ciampino

CARLO BONINI
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ROMA – La Commissione d´inchiesta del Parlamento europeo sulle operazioni clandestine condotte dalla Cia tra il 2002 e il 2005 sul territorio e nello spazio aereo dell´Unione, approva a maggioranza la relazione che mette in mora Italia, Germania, Spagna e Gran Bretagna, denunciando l´appoggio diretto o indiretto dei governi di questi quattro Paesi nel sequestro illegale di sospetti di terrorismo internazionale (le cosiddette “extraordinary renditions“). Il documento, approvato ieri sera a Strasburgo (24 i “sì“, 14 i “no“, 7 gli astenuti) spacca i Popolari e passa con l´appoggio decisivo delle Sinistre e dei Liberali (i tre deputati europei di Forza Italia in commissione hanno votato “no“). Ma, soprattutto, consegna alla discussione plenaria del Parlamento (fissata tra due settimane) un primo atto ufficiale costruito su evidenze testimoniali e documentali raccolte nell´arco di un´istruttoria avviata ormai sei mesi fa.
Su tutte, il rapporto conclusivo su ciascuno dei 1.080 voli che 13 “front company“, società schermo, della Cia hanno mosso nei cieli europei tra il 2002 e il 2005. Nel documento (che verrà reso pubblico soltanto oggi pomeriggio a Strasburgo dall´estensore della relazione votata ieri, Claudio Fava), le responsabilità dei governi di Roma, Londra, Berlino e Madrid si definiscono nel dettaglio. Con qualche scoperta. E´ il caso dell´Italia, il Paese che con maggior ostinazione, attraverso il suo governo e il direttore della sua intelligence politico-militare (Sismi), Nicolò Pollari, ha sin qui negato persino di essere a conoscenza di “consegne straordinarie“ e di voli clandestini della Cia che ne abbiano violato la sovranità.
Il rapporto documenta infatti che gli aeroporti italiani utilizzati da Langley non si limitano a quelli sin qui noti di Aviano e Roma-Ciampino, ma crescono fino a coprire di fatto l´intero spazio aereo del nostro Paese. Un Boeing 737 con sigla N313P vola su Pisa. Il Gulfstream IV utilizzato per trasferire il 17 febbraio 2003 (il giorno del suo sequestro a Milano) il cittadino egiziano Abu Omar dalla base di Aviano a quella di Ramstein (e da qui a una galera del Cairo), vola anche su Sigonella, Napoli, Roma Ciampino, Bari, Firenze, Venezia. Con alcune rotte significative: da Napoli a Misurata (Libia); da Roma a Islamabad (Pakistan); dal Marocco a Sigonella. E ancora: il Gulfstream su cui viaggia il cittadino canadese di origini siriane Maher Arar, sequestrato a New York nell´autunno 2002 e “consegnato“ alla Siria, via Roma Ciampino, è lo stesso aereo che il rapporto di “Eurocontrol“ documenta in atterraggio e decollo da Palermo, Milano, Firenze e, ancora, Roma-Ciampino. Lo stesso aeroporto su cui del resto fa spola un quarto aereo della Cia (sigla N379P) che, per quattro volte, tra il 2003 e il 2004, vola tra Roma, Amman (Giordania) e Washington.
Chi fosse a bordo di questi voli di cui sin qui è stata taciuta l´esistenza solo la Cia o la nostra intelligence (Sismi), o il nostro governo, a questo punto, possono dire. E questo, del resto, è esattamente ciò che la Commissione di inchiesta di Strasburgo si prepara a sollecitare. A quanto pare, con minor garbo istituzionale di quanto non sia avvenuto sin qui. «Il voto sulla relazione – spiegava ieri sera Claudio Fava – ci conforta e ci impegna per il futuro. Con l´approvazione del documento abbiamo infatti ottenuto anche una proroga di sei mesi per la nostra indagine. Che dedicheremo a ricostruire definitivamente la verità sui fatti e gli abusi di questi anni. Abbiamo deciso di inviare due missioni in Polonia e Romania. Ma, soprattutto, abbiamo deciso di tornare a convocare a Strasburgo i rappresentanti di tutti i governi coinvolti: Italia, Germania, Spagna, Gran Bretagna. Perché, a questo punto, ulteriori silenzi o reticenze non potranno che essere interpretati per quel che sono: connivenza».

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