Telecom, inchiesta interna sul dossier intercettazioni
(La Repubblica, SABATO, 03 GIUGNO 2006,
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IL CASO
Il comitato di controllo indaga sulla spia assoldata dal gruppo Tronchetti
Telecom, inchiesta interna sul dossier intercettazioni
MILANO – Telecom avvia un´inchiesta interna sul caso delle intercettazioni. Dopo la denuncia del caso su Repubblica, il Comitato di controllo dell´azienda telefonica è sceso infatti in campo per fare luce sui dossier a carico di politici e manager realizzati dalle società private che fanno capo a Emanuele Cipriani. La riunione del gruppo di lavoro, composto da quattro personalità indipendenti, è stata convocata il 12 giugno. È la prova dunque che la vicenda dello spionaggio informativo è oggetto di attenzioni particolari anche all´interno di Telecom.
MILANO – Nel caso delle intercettazioni Telecom scende in campo il Comitato per il controllo interno della società. Composto da quattro illustri amministratori indipendenti, Guido Ferrarini, Domenico De Sole, Marco Onado e Francesco Denozza, il Comitato si riunirà lunedì 12 per analizzare la scottante questione delle informazioni “sensibili“ raccolte dal gruppo di società di investigazioni che fa capo a Emanuele Cipriani per conto di Pirelli e Telecom. La riunione avrebbe dovuto svolgersi già nella settimana entrante ma è stata posticipata per permettere al capo dell´audit interno di Telecom, Armando Focaroli, di concludere la sua indagine avviata da tempo.
Dunque, mentre i vertici della Telecom si attengono rigorosamente alla linea del silenzio, all´interno del gruppo – dopo le inchieste di Repubblica – il caso delle intercettazioni e delle schedature crea allarme ed è oggetto di attenzioni non ordinarie. A quanto si apprende, infatti, non è la prima volta che il Comitato presieduto da Ferrarini discute in maniera riservata del delicato tema dello spionaggio informativo. Una prima volta, nella primavera 2005, il Comitato era stato messo al corrente dal consiglio della decisione di trasferire l´allora responsabile della sicurezza Giuliano Tavaroli in un´altra posizione, alla Pirelli Romania. Una decisione necessaria anche se non incisiva in quanto all´epoca l´accusa che arrivava dalla Procura era violazione e abuso d´ufficio. In pratica Tavaroli era accusato di aver passato all´esterno informazioni sensibili e si pensò che l´errore fosse stato quello di aver concentrato troppo potere nelle mani di un uomo solo.
Fatto sta che da quel momento in poi qualcosa è cambiato all´interno della Telecom. Tutte le procedure che portano al controllo delle telefonate sono state riviste e riorganizzate nel senso di una maggior separazione delle competenze, dall´ufficio che controlla le richieste della Procura fino all´ultimo stadio, sia per la telefonia fissa che per quella mobile. Ma nel marzo di quest´anno scoppia il caso delle intercettazioni all´ex presidente della Regione Lazio Francesco Storace e spunta di nuovo il nome di Cipriani. Il Comitato per il controllo interno viene convocato una seconda volta e i nuovi responsabili della sicurezza vengono interrogati per tre ore. Focaroli, ex uomo Pirelli, uno degli architetti della riorganizzazione, spiega nei dettagli come funziona il meccanismo messo in opera dopo l´uscita di Tavaroli. A suo dire ora è impenetrabile, salvo che ci sia qualcuno in grado di controllare il sistema informatico interno dell´azienda. Anche sul fronte del trattamento dei dati dei clienti, sul quale il Garante della privacy ha aperto un´indagine, sono stati presentati documenti e date rassicurazioni a Ferrarini & C.
Il Comitato chiede lumi anche sui pagamenti per 11 milioni di euro alle società di Cipriani, rivelati ieri nell´intervista a Repubblica. La spiegazione dei dirigenti è che l´importo era distribuito su fatture nel corso di diversi anni per servizi di investigazione. Con Telecom impegnata in una dura battaglia in Brasile, non ha stupito neanche che le fatture fossero state pagate a società estere. Ma quando sui giornali sono comparse notizie riguardanti intercettazioni illegali a politici, manager, sportivi e arbitri i componenti del Comitato si sono allarmati nuovamente. E hanno convocato una nuova riunione. Se si riscontrasse che le procedure interne non hanno funzionato a dovere anche il cda potrebbe essere investito della responsabilità secondo i termini della nuova legge 231.
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