PROFITTI. De Agostini chiude il riassetto con 2 miliardi in cassaforte
(La Repubblica, SABATO, 10 GIUGNO 2006,
Pagina 42 – Economia)
Nel 2005 la holding dei Boroli-Drago ha venduto l´1,4% di Rcs guadagnando 24 milioni
De Agostini chiude il riassetto con 2 miliardi in cassaforte
Mega stock-option (130 milioni) a manager e soci
Liquidate anche le quote Edison (con 50 milioni di plusvalenze) e quelle in Capitalia
Malgrado il blitz di Lottomatica su GTech Novara ha i mezzi per continuare lo shopping
ETTORE LIVINI
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MILANO – La cassaforte di casa Boroli-Drago chiude il riassetto con le casse piene di liquidità (quasi 2 miliardi di euro) e coprendo con una pioggia d´oro manager e azionisti. Gli utili record della De Agostini Spa (130 milioni, il doppio del 2004) hanno consentito alla holding della dinastia novarese di distribuire un dividendo complessivo di 50 milioni di euro ai suoi 38 soci, 10 milioni in più dell´anno precedente. Ma si tratta solo dell´antipasto. I vertici del gruppo sono riusciti ad arrotondare cedole e stipendi grazie a una valanga di stock option, che hanno il non trascurabile vantaggio di essere tassate al 12,5%: in tutto ne sono state distribuite per un totale (in plusvalenze nette) di 130 milioni, 63 della capogruppo e 67 dalla Fineurogames, ex holding di Lottomatica.
La svolta di casa De Agostini – che si sta chiudendo in queste settimane – ha riguardato tutti i livelli del gruppo: a monte della cassaforte, infatti, sta per nascere un´accomandita destinata a disciplinare in un patto di sindacato gli interessi di tutti i rami della ormai numerosa e ramificata famiglia. A valle invece sono stati razionalizzati i business. Semplificando la catena di controllo con l´eliminazione di diverse holding lussemburghesi, concentrando gli investimenti finanziari in Dea Invest e Dea Finance e separando operativamente le altre attività: editoria, tv e cinema (da Antena 3 alla Mikado Film), giochi (Lottomatica) e assicurazioni (Toro).
La ristrutturazione consente ora anche di capire quale sia la reale liquidità a disposizione della famiglia. Tantissima. Il patrimonio, infatti, dopo la fusione delle attività del Granducato, è balzato a circa 2 miliardi, dei quali 1,8 sotto forma di riserve disponibili. A fine 2005 c´erano anche 660 milioni in contanti nelle casse del gruppo, bruciati però a inizio 2006 per il blitz da 4 miliardi di Lottomatica sulla americana GTech.
Come utilizzeranno adesso i Boroli-Drago la loro potenza di fuoco finanziaria? «Abbiamo tanti dossier allo studio», ha detto di recente il neo-ad Lorenzo Pellicioli. Qualcuno in passato aveva ventilato l´ipotesi di un ingresso in Rcs, visti i buoni rapporti industriali, concretizzatisi in alcune joint venture, che corrono da tempo tra Novara e via Solferino. Ma gli indizi vanno in direzione opposta e non solo perché la quota di Rizzoli in mano a Ricucci è già stata sistemata: nel corso del 2005, infatti, nell´ambito del piano di liquidazione di alcune partecipazioni di minoranza, la De Agostini ha tagliato il sottile cordone ombelicale azionario che la legava al Corriere della Sera. Vendendo l´1,4% che aveva in portafoglio con 24 milioni di euro di plusvalenza.
Non è stato l´unico addio all´ex-salotto buono. De Agostini – che peraltro rimane socia di Mediobanca – ha arrotondato infatti le entrate 2005 con la cessione di un discreto pacchetto di titoli e warrant della Edison che le hanno garantito un guadagno di 50 milioni circa. Mentre l´uscita di Toro da Capitalia ha generato altri 49 milioni di entrate straordinarie. Il resto delle partecipazioni finanziarie non strategiche è stato raggruppato nella nuova De Agostini Sicar, società lussemburghese in cui sono confluite partecipazioni in 14 fondi di private equity, una quota in Carisma (società vicina a Bain & Co.) e 330 milioni di liquidità.
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