Amnistia, la svolta di Mastella “Mi impegno a promuoverla“
(La Repubblica, SABATO, 03 GIUGNO 2006,
Pagina 6 – Cronaca)
Amnistia, la svolta di Mastella “Mi impegno a promuoverla“
L´ok di Palazzo Chigi. Napolitano: primo passo verso il dialogo
L´annuncio durante una visita al carcere Regina Coeli di Roma. Proteste di An e Lega
In Parlamento serve la maggioranza di due terzi Scontro sui reati da escludere
Il ministro dell´Interno Giuliano Amato: è un problema che vedrà Mastella
LIANA MILELLA
ROMA – Non ci si era mai arrivati così vicini. Neppure quando fu Giovanni Paolo II, per il Giubileo del 2000, a chiedere un gesto di clemenza per i detenuti. Invece ieri tre annunci, pronunciati proprio per l´anniversario dei 60 anni della Repubblica e immediatamente dopo la grazia a Ovidio Bompressi, hanno improvvisamente avvicinato e reso più tangibile la prospettiva di un indulto e di un´amnistia. Tre voci istituzionali ai massimi livelli. Alle 15 il ministro della Giustizia Clemente Mastella, dal carcere di Regina Coeli, annuncia che li «promuoverà» entrambi di fronte alle Camere. Alle 19, chiudendo una passeggiata tra la folla in visita ai giardini del Quirinale, il presidente Giorgio Napolitano plaude a «possibili convergenze», al «confronto pacato», a «diversi terreni di dialogo» anche su uno sconto di pena per i detenuti. Alle 21 palazzo Chigi mette il sigillo sulle parole di Mastella: sì, il ministro ha parlato «dopo aver concordato la linea con Romano Prodi». Il premier, del resto, aveva già espressamente parlato di amnistia quando aveva presentato il suo programma due settimane fa alla Camera e al Senato. Le reazioni del centrodestra oscillano tra le irate proteste di An e della Lega, e il possibilismo aperturista di Forza Italia. Voci di cui tener conto visto che gli sconti di pena necessitano dei due terzi del Parlamento e quindi l´Unione non può votarsi il provvedimento da sola. L´aennino Alfredo Mantovano ironizza su Mastella deciso a fare «solo il ministro della Grazia e non della Giustizia» anche se alcuni anni fa la parola “grazia“ fu cancellata dall´intestazione del ministero. Il leghista Roberto Calderoli boccia i «proclami» del governo e ribadisce la posizione dura della Lega contro qualsiasi sconto che liberi dei detenuti. Da Forza Italia arriva il sì del vice coordinatore Fabrizio Cicchitto, favorevole da sempre a una misura che «sia un atto di umanità, equità e pacificazione ideale e sociale ed escluda i reati di criminalità organizzata e pedofilia». È più freddo l´ex presidente del Senato Marcello Pera («Non è un provvedimento facile») che va al sodo e ricorda come tutto in passato si sia arenato per le dispute «su quali siano i reati da amnistiare e quali no». L´ex presidente della commissione Giustizia Gaetano Pecorella è ancora più brusco: «Se vuole l´amnistia, Mastella deve venire a patti con il centrodestra e abbandonare l´idea di azzerare le riforme fatte da noi». Come l´ordinamento giudiziario, la Cirielli sulla prescrizione, la stessa Pecorella sull´abolizione dell´appello.Queste reazioni confermano quanto sia stato lungimirante l´approccio cauto di Mastella di fronte ai detenuti di Regina Coeli. Poteva vendersi lo sconto di pena come cosa già fatta, avrebbe incassato ovazioni ancora più convinte di quelle che peraltro ha comunque ottenuto usando il linguaggio della prudenza. Sin dall´esordio s´è capita la linea: «Tra amici bisogna parlare con sincerità, l´amnistia non è un atto solitario del ministro. Fosse tale già l´avrei fatto». Realismo, dunque. Ma l´annuncio c´è lo stesso: «Posso promuoverla e lo farò. Non l´ho fatto finora per rispetto nei confronti del Parlamento che non è ancora nella pienezza delle sue funzioni visto che non si sono ancora formate le commissioni Giustizia che dovranno lavorare con me». Poi Mastella va al punto più delicato, quello della maggioranza, di quei due terzi necessari per incassare indulto e amnistia. Una modifica che risale al ´92 e che di fatto ha congelato al ´90 l´ultima misura svuota carceri. Il Guardasigilli si rivolge ai detenuti e spiega: «Voi sapete che occorrono i due terzi del Parlamento per decidere l´amnistia».Quale sarà, a questo punto, la strategia del ministro? Come si tradurrà, operativamente, la sua promessa? In carcere lui l´ha spiegata così: «Proporrò un´azione sul piano parlamentare, ascolterò tutte le forze politiche, vedremo quello che si potrà fare». Poi una raccomandazione: «Nessuna ipoteca né sui tempi né sugli esiti della richiesta. Frenate gli entusiasmi. Il mio impegno c´è e ci sono forze dell´opposizione che guardano con interesse». C´è l´Udc di Casini e Cesa, c´è Forza Italia. Ma la vera battaglia in Parlamento sarà su tre questioni: se fare contemporaneamente indulto e amnistia; quale sarà l´ampiezza dello sconto (due-tre anni per l´indulto; quattro-cinque per l´amnistia); quali reati escludere. Grande sarà la battaglia sulla corruzione. Su questo terreno battaglierà Forza Italia. E comunque di che iter seguire per l´amnistia (disegno di legge del governo o iniziativa parlamentare) si discuterà domani nel conclave dei ministri di Prodi. Lì si chiarirà anche che cosa voleva dire il ministro dell´Intermo Giuliano Amato con la frase sibillina «è un problema che vedrà Mastella».
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