STORIE. E` morto il clochard eroe

by redazione | 19 Maggio 2006 0:00

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Tre anni fa salvò cinque ventenni dall`aggressione di due balordi
Ciampi l`aveva insignito della medaglia d`oro al valor civile

E` morto il clochard eroe


Napolitano: “L`Italia non dimenticherà“

TARANTO – Forse è vero ciò che disse Walter Veltroni, il sindaco di Roma: “Sono i vinti della vita ad essere i più disponibili a soccorrere chi ha bisogno di aiuto“. Natale Morea era uno di loro, senza casa e senza lavoro, dileggiato per la sua omosessualità e dimenticato dagli affetti. Si è allontananto dalla vita senza far rumore, con al petto la medaglia d`oro al valor civile appuntata dall`ex presidente della Repubblica Ciampi. Alla famiglia è arrivata una lettera del neo presidente Giorgio Napolitano che lo ricorda agli italiani come “eroe senza casa“

Tre anni fa, in un`alba di metà dicembre, Natale Morea aveva salvato dall`aggressione di una coppia di balordi, cinque ragazze appena uscite dalla discoteca in via Ostiense a Roma. Aveva pagato quel suo gesto da eroe con mesi di ospedale e ferite alle testa che non l`hanno mai abbandonato. Fino a ieri, fino a che il suo cuore stanco, sopravvissuto a sessant`anni di stenti e solitudine, non l`ha lasciato per sempre.

“E` morto il gay clochard“, ha annunciato Franco Grillini, deputato Ds e presidente onorario dell`Arci gay, malcelando un pizzico d`orgoglio: questa volta l`eroe è un omosessuale, il migliore riscatto contro i peggiori pregiudizi. “Natale era fuggito dalla sua città natale in Puglia per cercare a Roma una città più ospitale e tollerante“: contro i tormenti di una vita, ha trovato una medaglia d`oro e la gratitudine di una città intera.

“L`Italia non lo dimenticherà“, ha detto il presidente Giorgio Napolitano. “Ricordo con gratitudine ed emozione Natale Morea. La figura di un eroe senza casa è scolpita nella memoria collettiva“. E il sindaco di Roma ha aggiunto: “Roma deve a Natale Morea il ricordo di un atto di straordinaria generosità“.

Quella notte, Natale era solo a combattere contro le spranghe di due bulli di quartiere. Volevano rapinare cinque ventenni e lui si era buttato nella mischia per salvarle. Finì all`ospedale in coma, la vista da un occhio compromessa, le funzioni cerebrali danneggiate.

Fu dimesso mesi dopo; il Comune gli offrì assistenza e una casa-famiglia ma ultimamente abitava in casa della sorella a Massafra, in provincia di Taranto, suo paese natale. Aveva gravissimi problemi di salute Natale Morea: mai si era rimesso totalmente dall`aggressione di tre anni fa. La sera scorsa la sue condizioni di salute si sono improvvisamente aggravate; il cognato l`ha portato di corsa all`ospedale ma, poco dopo il ricovero, Natale è morto.

In prigione, per quel gesto ignomibile, erano finiti due balordi di Portonaccio e Ostia, Mirko Simoni di 25 anni e Stefano Zerilli di 33. Tredici anni e sei mesi gli diedero i giudici del Tribunale ma loro, gli imputati, hanno sempre detto di essere innocenti.

In calce alla pergamena che accompagnava la medaglia d`oro al valor civile, Ciampi aveva voluto che si scrivesse: “Fulgida testimonianza di generoso altruismo che ha riscosso l`unanime ammirazione della comunità nazionale“. Ci piace ricordarlo così Natale Morea: spesso atti di generosità vengono da persone diseredate, quasi che vogliono restituire alla società la solidarietà che, anche pochi, gli hanno offerto.

(la Repubblica, 18 maggio 2006)

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