Elezioni:Senato, con gli italiani all`estero la maggioranza all`Unione

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Le circoscrizioni estere ribaltano il quadro a Palazzo Madama:
quattro seggi all`Unione, uno alla Cdl e uno a un indipendente

Senato, gli italiani all`estero
danno la maggioranza all`Unione

ROMA – Dopo aver ottenuto già nella notte la maggioranza alla Camera, l`Unione, grazie ai risultati dello scrutinio del voto degli italiani all`estero, ha adesso anche quella al Senato. Infatti quattro dei sei senatori eletti dagli italiani all`estero sono stati scelti a larga maggioranza dalle liste dell`Unione, uno è andato a Forza Italia, e il sesto alla lista indipendente `Associazione Italiani in Sudamerica`.

Tuttavia, hanno annunciato i coordinatori delle circoscrizioni estere dell`Unione, Franco Danieli e Gianni Pittella, il centrosinistra potrà contare in totale su cinque senatori della circoscrizione estero: infatti Luigi Pallaro, eletto in Argentina per la lista indipendente, ha già annunciato che darà il suo sostegno alla maggioranza. Già alla vigilia del voto Pallaro aveva detto che, se fosse diventato senatore, avrebbe appoggiato il leader della coalizione vincente perché la sua missione era quella di portare risultati a casa per gli italiani all`estero e non quella di schierarsi in senso partitico.

I risultati del voto all`estero ribaltano pertanto la situazione al Senato, che nella notte si era chiusa con l`attribuzione di 155 senatori alla Casa delle Libertà e 154 all`Unione. Infatti adesso l`Unione ha 158 senatori (159 con Pallaro) contro i 156 della Casa delle Libertà.

Al Senato tuttavia 158 seggi non costituiscono la maggioranza assoluta, che è di 162 voti. Per ottenerla l`Unione dovrà assicurarsi il voto di almeno quattro senatori a vita. I senatori a vita sono sette: Giulio Andreotti, Emilio Colombo, Francesco Cossiga, Rita Levi Montalcini, Giorgio Napolitano, Sergio Pininfarina, Oscar Luigi Scalfaro.

I seggi assegnati in base ai voti degli italiani all`estero sono due per la ripartizione Europa (uno assegnato a Forza Italia e uno all`Unione), uno per il Nordamerica (assegnato all`Unione), uno per la ripartizione Africa-Asia-Oceania (assegnato all`Unione) e due per il Sudamerica (assegnati uno all`Unione, e l`altro all`Associazione italiani Sudamerica).

(Repubblica. 11 aprile 2006)

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Il centrosinistra tocca quota 49,8, il centrodestra si ferma al 49,7

A Roma, alla fine, festeggiamenti a piazza Santi Apostoli
Camera, scrutinio al cardiopalma

Unione vince per un pugno di voti

ROMA – La Camera va all`Unione. Il centrosinistra, dopo una corsa all`ultimo voto, si aggiudica la partita con uno scarto di 26mila voti. L`Unione tocca quota 49,8%, la Cdl si ferma a 49,7%. Una sfida serrata, tesissima, che si è conclusa solo alle ultime battute all`ultimo voto.

La lunga battaglia della Camera si conclude nel cuore della notte. Si era aperta con gli exit poll della Nexus che assegnavano all`Unione una percentuale tra il 50 e 54 per cento, e alla Cdl un dato tra il 45-49%.

Un dato che sembra prefigurare un trionfo del centrosinistra. Ma, mai come questa volta, gli exit poll si rivelano ingannevoli. Al punto che, quando ci capisce che la realtà è diversa dalla previsioni, Romano Prodi fa retromarcia e annulla il suo arrivo in piazza Santi Apostoli a Roma dove sono riuniti molti militanti dell`Ulivo.

Con il passare dell`ore, infatti, la situazione muta. I dati del Senato fanno capire che le previsioni della Nexus sono lontane dal vero. La Cdl cresce e per tutto il giorno i dati del Senato confermano la crescita. A quel punto Prodi frena e annuncia: “Parlo solo dopo i dati ufficiali“.

E i numeri del Viminale, in tarda serata, danno l`Unione al 50,8% e la Cdl al 48,6. Un vantaggio che con il passare delle ore si erode. Dal centrosinistra arrivano proteste per i ritardi. Nel mirino finisce il ministro dell`Interno, Beppe Pisanu (che trova il tempo per andare da Berlusconi a palazzo Grazioli). Poco prima della mezzanotte, il vantaggio dell`Unione si assottiglia ancora: all`Unione il 50,6%, alla Cdl il 48,793%.

La corsa tra i due schieramenti continua. E` passata l`una di notte quando si capisce definitivamente che il vincitore della Camera sarà deciso sul filo di lana.

Il vantaggio dell`Unione si riduce allo 0,1%. Quarantamila voti, a spoglio quasi ultimato, dividono centrodestra e centrosinistra. Una distanza che, con il passare delle ore a 167 sezioni dalla fine, si assottiglia ulteriormente attestandosi sui 27 mila voti di vantaggio sull`Unione con 18.944.869 voti contro i 18.917.738 della Cdl. Il conto alla rovescia fa battere il cuore, da una parte e dall`altra. A 115 sezioni dalla fine, il vantaggio dell`Unione è di 25mila voti: 18.961.869 contro 18.936.070. A 80 sezioni dalla fine, si scende a 22mila voti. Il grosso delle sezioni che mancano è nel Lazio. A 64 sezioni dal termine il vantaggio del centrosinistra risale a 25mila. A 51 sezioni dalla fine, sale di altri mille voti. Alle 2.30 del mattino, arriva il dato finale. Che il diessino Marco Minniti segue, primo a memoria d`uomo tra i politici, dalla sala stampa del Viminale: “C`è incertezza, meglio vedere i dati in tempo reale“. Nel frattempo a piazza Santi Apostoli le bandiere dell`Ulivo sventolano. La battaglia è vinta al fotofinish. Il popolo dell`Unione tira un sospiro di sollievo. se si farà, il governo Prodi sarà un governo ad ostacoli. Ma intanto, ci si gode la vittoria che a metà pomeriggio in tanti hanno temuto di veder sfuggire di mano.

(Repubblica.it 11 aprile 2006)

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