TASSE. Unione: “Il 20% sui Bot solo oltre 100 mila euro“

by redazione | 23 Marzo 2006 0:00

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(da La Repubblica, GIOVEDÌ, 23 MARZO 2006, Pagina 4 – Economia)

“Il 20% sui Bot solo oltre 100 mila euro“

Il piano dell´Unione: niente rincari fiscali per i piccoli e medi risparmi

Il centrosinistra: imposte minori sui depositi, più alte sui grandi patrimoni in titoli di Stato e plusvalenze

Si vuole armonizzare il trattamento degli investimenti finanziari che oggi premia le rendite più forti

Bankitalia: la famiglia media italiana possiede attività finanziarie per 7 mila euro

Gli eventuali aumenti dell´aliquota saranno limitati comunque alle future emissioni

ELENA POLIDORI
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ROMA – Se vincerà le elezioni, l´Unione intende mettere ordine nel delicatissimo capitolo delle attività finanziarie, badando tuttavia a tutelare i «piccoli patrimoni», ovvero fino a una soglia compresa tra 50 e 100 mila euro. Il tetto è ancora da definire.
Sono quattro i punti-base del progetto. Primo: l´aliquota su titoli di Stato o obbligazioni di nuova emissione verrà innalzata dal 12,50% al 20%. Non cambierà la tassazione dei titoli in circolazione. Secondo: sono esentati dalla maggiorazione e perciò continueranno a pagare al fisco il 12,50% tutti coloro che posseggono un patrimonio finanziario fino ad un limite compreso appunto tra 50 e 100 mila euro. Terzo: in compenso scenderà dal 27 al 20% il prelievo alla fonte sui conti correnti, i depositi e i certificati di deposito. Quarto: sarà portata al 20% anche la tassazione «su tutte le altre rendite», ovvero plusvalenze e dividendi.
La riforma ha già creato roventi polemiche e ieri Berlusconi se l´è presa con «la sinistra» e con Prodi in particolare che «vuole tassare i Bot». Stando ai calcoli dell´ex ministro Vincenzo Visco, uno degli ideatori del progetto, si tratterebbe invece di una «rimodulazione» che al dunque finirebbe per colpire soprattutto «i più ricchi», considerato che i possessori di depositi, avvantaggiati dalla riforma, sono «la stragrande maggioranza». Lo stesso Prodi sul suo sito specifica che l´85% dell´intero patrimonio finanziario è posseduto «dal 10% delle famiglie più ricche». E aggiunge: «Noi stimiamo che per oltre l´80% delle famiglie italiane l´armonizzazione delle aliquote comporterà addirittura un beneficio fiscale ancorché piccolo».
Secondo i calcoli della Banca d´Italia in media i nuclei familiari posseggono attività finanziarie – titoli di Stato, depositi, obbligazioni, azioni e quant´altro – per circa 7 mila euro. I dati relativi al 2005 indicano per gli operai una quota di 4 mila euro, per gli impiegati di 8 mila, per i pensionati di 6 mila, per dirigenti di 21 mila e per imprenditori e professionisti di quasi 22 mila. Sempre secondo la stessa fonte statistica, il portafoglio finanziario delle famiglie è così suddiviso: il 64,2% ha solo depositi bancari; il 22% possiede depositi, titoli di stato e altri titoli; il 13,8% non ha alcuna attività finanziaria. Su sito si legge infine che nella media, in Europa, le attività finanziarie sono tassate con una aliquota superiore al 20%.
Da quello che Prodi chiama «un fisco più armonico», secondo i calcoli dei tecnici che hanno elaborato il progetto, si potrebbe ricavare un gettito extra di 2,5 miliardi di euro che servirà per finanziare il taglio di cinque punti del cuneo fiscale e contributivo sul lavoro: «Parte di queste coperture è affidata proprio al riequilibrio delle aliquote», si legge sul sito del leader dell´Ulivo. Prodi specifica anche che questo taglio «lascerà nelle tasche degli italiani 3,3 miliardi di euro aggiuntivi».

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