LAVORO. Primo calo dell´occupazione in 11 anni. I dati ISTAT

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(La Repubblica, GIOVEDÌ, 02 MARZO 2006,
Pagina 6 – Economia)

L´ANALISI

Emorragia in agricoltura e industria, soprattutto tra gli autonomi, compensata solo in parte dai servizi

Primo calo dell´occupazione in 11 anni nel calcolo Istat gli atipici pesano meno

Il governo: non è una diminuzione dei posti di lavoro ma delle unità di tempo pieno
Prima stima anche per gli occupati ufficiali: nel 2005 solo lo 0,2 per cento in più

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ROMA – Non era mai successo in undici anni. Anche se si parla di Ula, ovvero unità di lavoro e non di occupati veri e propri, per la prima volta dal 1994 la tendenza alla crescita si inverte. E, secondo dati in possesso di Repubblica, nemmeno il numero di occupati “reali“, aumenta ai ritmi degli anni scorsi visto che nel 2005 potrebbero salire solo dello 0,2%.
Il caso Ula scoppia dopo che sul web e su alcune agenzie si inizia a parlare di “calo dell´occupazione“ di 102 mila unità. Nel giro di pochi minuti l´Istat si “affretta“ a correggere l´interpretazione affidandosi ad un comunicato e precisa «che la diminuzione non riguarda i posti di lavoro ma le unità di lavoro totali a tempo pieno che passano da 24.294.000 del 2004 a circa 24.192.000 del 2005» ovvero meno 102.000.
Cosa sono, allora, queste fantomatiche “unità di lavoro“? L´Istat spiega nel dettaglio che «le unità di lavoro a tempo pieno si possono riferire al lavoro prestato da un occupato a tempo pieno, oppure alla quantità di lavoro equivalente prestata da lavoratori a tempo parziale o da lavoratori che svolgono un doppio lavoro, al netto della cassa integrazione». In altre parole, l´Istat cerca di calcolare l´occupazione tenendo conto del fatto che in realtà molti contratti non sono a tempo pieno e che quindi, nella stima totale, si deve dar loro un peso minore di quello dei posti fissi. Questo significa riportare tutti i posti di lavoro (tipici e atipici) a unità di lavoro standard di otto ore, o Etp: equivalenti tempo pieno.
Il centrodestra si affretta a smentire quanti considerano le stime Istat come una fotografia dell´andamento occupazionale. Dal governo partono le bordate di Maurizio Sacconi, sottosegretario al Welfare: «I posti di lavoro sono cresciuti e cosa diversa sono le Ula che costituiscono un´astrazione per cui tutti i lavori, anche quelli a tempo parziale, sono ricondotti a teoriche unità di otto ore». Non meno duro l´intervento del vice ministro dell´Economia Mario Baldassarri: «I commenti di D´Alema e Fassino – che attaccano il governo – sono confusi: non si tratta di posti di lavoro fisici, non hanno nulla a che vedere con gli occupati».
Ma il calo delle unità di lavoro è lì e segna nel 2005 il primo calo, dello 0,4%, dal 1994: al +1,3% delle unità di lavoro dipendenti si oppone un -4,5% di quelle indipendenti. Forte la flessione registrata per l´occupazione nell´agricoltura (-8%) e nell´industria (-1,6%), mentre tengono bene le costruzioni (+2,3%) e i servizi (+0,3%). Anche la dinamica dei redditi segue le crisi: solo un incremento dell´1,6% nell´industria contro il balzo del 5,2% nelle attività dei servizi.
(lu.ci.)

in allegato il testo integrale istat

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