II programma dell`Unione e il lavoro

by redazione | 14 Febbraio 2006 0:00

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Mercato del lavoro / I punti del programma

Il lavoro al centro dell`Unione

D.O.

Meno precarietà, più serenità. Potrebbe essere questo, alla voce “lavoro“, lo slogan dell`Unione per la campagna elettorale. Il testo definitivo del programma conferma infatti le anticipazioni filtrate nelle scorse settimane: il centrosinistra punta a superare la legge 30 e le forme più precarizzanti introdotte dal centrodestra. Se Romano Prodi vincerà le elezioni, aspettiamoci l`abolizione del lavoro a chiamata, dello staff leasing e del contratto d`inserimento così come previsto dalla “legge Maroni“. Tutte le altre forme di flessibilità (lavori a progetto, interinale ecc.) saranno ricondotte nell`impostazione del pacchetto Treu (la legge varata dal governo di centrosinistra nella passata legislatura), ossia limitate non oltre una certa soglia stabilita in sede di contrattazione collettiva tra le parti sociali.

La frase chiave del programma? Si trova a pagina 162: “per noi la forma normale di occupazione è il lavoro a tempo indeterminato, perché riteniamo che tutte le persone devono potersi costruirsi (sic!) una prospettiva di vita e di lavoro serena“. Un principio già avanzato dalla Cgil (si veda la colonna a sinistra) e fatto proprio dall`Unione. “In tal senso – prosegue il testo del programma -, crediamo che il lavoro flessibile non possa costare meno di quello stabile e che tutte le tipologie contrattuali a termine debbano essere motivate sulla
base di un oggettivo carattere temporaneo delle prestazioni richieste e che non debbano superare una soglia dell’occupazione complessiva dell’impresa“. Di conseguenza l`Unione propone la “reintroduzione del credito di imposta a favore delle imprese che assumono a tempo indeterminato“.

Per quanto riguarda il lavoro a progetto (gli ex co.co.co.), Prodi lo vuole “sottoposto alle regole dei diritti definite dalla contrattazione collettiva“ e punta ad eliminarne “l’utilizzo distorto“. Fondamentale, inoltre, l`armonizzazione dei contributi sociali. “In particolare – si legge -, occorre garantire una relazione tra versamenti e prestazioni e prevedere che l’innalzamento dei contributi non sia totalmente a carico di questi lavoratori. Ci impegniamo ad adottare iniziative di carattere legislativo per rendere certi i percorsi di stabilizzazione del lavoro e per monitorare la formazione professionale al fine di scongiurare abusi e distorsioni nell`attuazione degli istituti contrattuali“.

La regolamentazione del lavoro interinale dovrà esser rivista, anche considerando la impostazione legislativa definita dal precedente governo di centrosinistra.

Per quanto riguarda le esternalizzazioni, “la disciplina va ricondotta
alla sua corretta dimensione, giustificata esclusivamente da oggettivi requisiti funzionali e organizzativi. In ogni caso, va riconosciuta una piena responsabilità dell’impresa appaltante nei confronti dei lavoratori delle imprese appaltatrici“. Inoltre, “le attività della pubblica amministrazione che garantiscono i diritti tutelati costituzionalmente ed i relativi servizi“ devono “essere parte integrante dell’intervento pubblico e non siano esternalizzabili.

Queste politiche di promozione della buona occupazione e di
estensione dei diritti devono, per l`Unione, riguardare anche i lavoratori immigrati.

Punto forte del programma sono poi l`estensione a tutti i lavoratori delle tutele sociali (malattia, infortunio, maternità, diritti sindacali), il diritto alla formazione permanente, l`assicurazione della copertura pensionistica presente e futura (attraverso la totalizzazione del contributi e la copertura figurativa dei periodi senza lavoro). C`è poi la riforma degli ammortizzatori sociali, che riprende l`idea della Carta dei diritti lanciata alcuni anni fa dall`opposizione, con la quale si mira a incrementare l`indennità di disoccupazione e ad estenderla a tutti i lavoratori, così come la cassa integrazione dovrebbe essere estesa anche ai dipendenti delle piccole imprese, terziario compreso. Alla voce “diritti delle donne“ l`Unione prevede asili nidi sul territorio, possibilità di lavoro a tempo parziale, congedi retribuiti, incentivi per il reinserimento al lavoro. E` infine menzionata a chiare lettere la necessità di combattere il lavoro nero e promuovere la sicurezza nei luoghi di lavoro, una vera e propria emergenza in un paese che conta 1400 morti sul lavoro all`anno (solo fra i “dichiarati“).

Di pari passo con questi interventi va la questione della redistribuzione fiscale e della riduzione del costo del lavoro. L`Unione ammette a chiare lettere che nel Paese c`è una vera e propria “questione retributiva”. Il primo passo che si prefigge il centrosinistra è il taglio di 5 punti al costo del lavoro nel primo anno di legislatura (anche se nel programma si parla genericamente di “Ridurre il costo del lavoro e fiscalizzare gli oneri sociali“), così da ridare fiato sia alle imprese che ai lavoratori dipendenti. “In generale – si legge nel programma -, riteniamo che il problema del potere d’acquisto non possa essere disgiunto da una politica fiscale basata sul prelievo progressivo per tutti i redditi – dai salari alle rendite – e dall’adozione di un criterio di trasparenza nella definizione del paniere di prodotti che definiscono l’aumento dell’inflazione.

Altri punti d`azione per una maggiore equità sociale sono:

1) L`osservazione “a livello centrale e territoriale“ dell’andamento
dei prezzi e delle tariffe (elettricità, gas, acqua, tlc, assicurazioni) così da intervenire per un loro contenimento.

2) Superare il criterio dell’inflazione programmata nel rinnovo dei contratti di lavoro e definire i meccanismi più efficaci e più equi per garantire la copertura dall’inflazione reale.

3) Distribuire una quota dell’incremento della produttività a favore delle retribuzioni “perché risulta evidente che, da molti anni a questa parte, essa è andata esclusivamente a vantaggio delle imprese“.

4) Recuperare il drenaggio fiscale;

5) Ridurre l`imposizione sulle basse retribuzioni;

6) Estendere a tutti i pensionati l`integrazione al trattamento
minimo, premiando chi ha versato più contributi;

7) Ridurre la tassazione sul trattamento di fine rapporto.

(www.rassegna.it, 13 febbraio 2006)

IN ALLEGATO SCARICABILE IL PROGRAMMA COMPLETO DELL`UNIONE

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