Sanità, regioni del Sud al collasso. La Relazione della Commissione
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(da “La Repubblica” mercoledì 25 gennaio 2006, Pagina 26 – Cronaca)
La relazione della Commissione d´inchiesta del Senato. In Campania, Calabria, Puglia e Sicilia situazioni da Terzo Mondo
Sanità, regioni del Sud al collasso
“Ospedali mai finiti, liste d´attesa interminabili, costi altissimi“
MARIO REGGIO
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ROMA – Ospedali iniziati vent´anni fa e mai completati. Pronto soccorso che non esistono o, quando ci sono, presi d´assalto dai pazienti. Liste d´attesa interminabili. Viaggi della speranza verso il Nord Italia che costano, in media, alle Regioni del Sud 800 milioni di euro l´anno. Infiltrazioni mafiose, camere operatorie da Terzo Mondo, cliniche private convenzionate che assorbono anche un terzo del bilancio regionale. È il quadro impietoso tracciato dalla Commissione d´inchiesta del Senato sull´efficienza del sistema sanitario nazionale in Campania, Calabria, Puglia, Sicilia, Basilicata, Molise e Valle d´Aosta. In quest´ultima la situazione è di certo molto diversa, in Basilicata e Molise ci si può quasi stare, ma nelle restanti quattro regioni c´è davvero da mettersi le mani nei capelli. La relazione, approvata dalla Commissione il 18 gennaio scorso, sarà presentata oggi alla presenza del ministro della Salute Francesco Storace. Relatore il senatore dei Verdi Francesco Carella, presidente della Commissione d´indagine, mentre i dati sono stati elaborati dall´Università dell´Aquila.
Ecco qualche esempio. I posti letto di Ortopedia nelle cliniche private convenzionate sono in Italia circa 4 mila. Di questi 400 solo nella provincia di Messina. Saliamo a Nord. Se a Castellammare di Stabia qualcuno chiama il 118 per un´urgenza da un telefono fisso risponde un operatore sanitario della centrale operativa del Comune. Ma se usa il cellulare tutto si complica: gli risponde la centrale operativa di Napoli che dovrà avvertire dell´emergenza quella di Castellammare. La Telecom non è ancora riuscita a risolvere il rompicapo tecnico.
In Puglia la situazione non è allegra. Tanto per cominciare, «oltre al basso livello di qualità delle strutture», si legge nella relazione, «si è appreso che risulta grave la carenza di organico che ammonterebbe a 15 mila unità». Cambiata la giunta, cambiano le strategie: quella guidata dal forzista Fitto aveva puntato alla riduzione delle strutture ospedaliere, ora la giunta di centro-sinistra ha deciso di costruire una rete di 10-12 centri ospedalieri di medie o grandi dimissioni abbandonando la «riqualificazione di strutture in realtà irrecuperabili».
Al limite del collasso il sistema assistenziale in Calabria. Chiusa l´azienda ospedaliera «Mater Domini» di Catanzaro. Ma la vera piaga è la proliferazione dei posti letto nelle cliniche private, ma sempre a carico della sanità pubblica: 2 mila e 500, circa un terzo del numero complessivo.
Passato lo Stretto il panorama non cambia. «Uno dei profili maggiormente delicati – continua la relazione della Commissione d´inchiesta – attiene ai tentativi di infiltrazioni della criminalità mafiosa in merito al numero assai elevato di convenzioni con cliniche private per prestazioni specialistiche». E sulle ambulanze del 118 mancano gli infermieri professionali.
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