NON PROFIT. Equo e solidale: nel 2005 boom di negozi

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Cresce nel 2005 l`equo e solidale

(AGI) – Roma, 1 gen. – Sempre piu` ampia l`offerta del commercio equo e solidale in Italia. Il 2005 ha visto un +10% di negozi dedicati e la vendita allargata alla cosmesi e all`abbigliamento per bimbi. Queste le novita` essenziali tracciate da Ctm Altro Mercato che detiene circa il 70% di questo tipo di commercio nel nostro paese (il 30% rimane agli altri importatori, Commercio Alternativo, Equoland, Equomercato, Roba dell`Altro Mondo, RAM, Ravinala, Altra Qualita`, Libero Mondo).Un mercato che punta sempre al mantenimento dei costi tanto che il fatturato e` calato del 9%: “Le nostre vendite all`ingrosso – spiega Paolo Gentilucci, responsabile di Ctm Altro Mercato per il centro Italia – sono state nel 2005 di circa 31 milioni di euro, in calo rispetto all`anno scorso quando furono di circa 34 milioni. La diminuzione e` tutta ascrivibile al canale della Grande Distribuzione, cioe` a calare non sono tanto le vendite nelle Botteghe del Mondo, quanto nei supermercati. Le nostre vendite sono per il 63% del canale delle Botteghe del Mondo, per il 21% della GD, per l`8% all`estero.Il resto e` nel canale della ristorazione collettiva, soprattutto quella scolastica, in quanto piu` di una amministrazione, tra cui quella di Roma, ha richiesto nel capitolato di appalto prodotti equo solidali; le banane e la cioccolata che 140.000 bambini di Roma mangiano ogni settimana sono nostre“. Le vendite sono per il 59% alimentari, il 18% di artigianato, il 21% di alimentari freschi (per l`appunto banane per la ristorazione), 2 cosmesi. Al primo posto nei prodotti piu` venduti rimane il caffe` del Nicaragua (costa circa 3 euro) che rappresenta circa il 15-20% delle vendite. Novita` assolute sono la linea Natyr di cosmesi naturale (con articoli che vanno dai 5 ai 18 euro) e la linea Birbanda, abbigliamento per neonati in cotone naturale (con prezzi che oscillano tra i 15 e i 30 euro). “Si tratta – spiega Gentilucci – del primo esperimento di specializzazione relativa all`artigianato e di utilizzo di materie prime equo solidali per dare vita a prodotti dalla qualita` superiore rispetto agli standard ai quali eravamo abituati“.Gli acquirenti sono per il 59% donne, per il restante 41 uomini, come si legge in un` indagine compiuta nel settembre 2003 su un campione di 44 milioni di persone tra i 15 e i 74 anni. La fascia di eta` si spalma piu` o meno con le stesse percentuali di acquisto dai 15 ai 54 anni, per poi scendere dai 55 ai 74. Tra i piu` giovani in gran parte si tratta di studenti (17,3%), tra gli adulti si va dagli impiegati (15,6%) alle casalinghe (13,8%), dagli operai (13,7%) ai pensionati(10,5%).Nel 2005 c`e` stato anche un cospicuo aumento dei punti vendita: le Botteghe del Mondo sono circa 500, di queste circa 50 sono nate nell`ultimo anno e solo due hanno chiuso. C`e` una prevalenza di negozi nel nord, circa il 70%, mentre tra centro e sud rimane un 30% del totale. I paesi da cui provengono i prodotti sono 39, 153 i gruppi di produttori, in prevalenza dall`Asia e dall`America latina. L`Africa, che avrebbe sicuramente piu` bisogno di tutti, sconta pero` una difficolta“strutturale` (es. mancanza di servizi di trasporto efficienti) per poter fare questo tipo di attivita`. Per l`elenco completo delle botteghe si possono consultare i siti www.altromercato.it e per Roma e provincia www.equocomes.org.

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