by redazione | 28 Gennaio 2006 0:00
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(da il manifesto, 28 Gennaio 200)
Nell`Europa a 25 crescono i disoccupati
L`allarme arriva dall`International Labour Office, l`Ilo, di Ginevra: «stiamo affrontando una crisi del lavoro a livello globale di proporzioni gigantesche e una carenza di lavoro dignitoso che non potrà scomparire da sola».
I dati del rapporto Global Employments Trends 2006 presentato alcuni giorni fa parlano chiaro. La disoccupazione nel mondo cresce e colpisce soprattutto i giovani: quasi la metà dei disoccupati ha tra i 15 e i 24 anni e la probabilità che rimangano senza lavoro è tre volte superiore a quella degli adulti. Un problema che ormai non riguarda solo i paesi in via di sviluppo, ma coinvolge anche l`Europa. Per i paesi dell`Est da poco entrati nell`Unione, i vantaggi dell`allargamento faticano a vedersi: c`è più disoccupazione oggi che nel 1993, dopo il crollo dell`Urss. Per il periodo dal 1995 al 2003, l`Ilo registra in Polonia un incremento del tasso di disoccupazione di più di 6 punti percentuali (si è passati dal 13.3 al 19.6) e nella Slovacchia, fanalino di coda dei nuovi membri dell`Unione, di 4 (da 13.1 a 17.5). La vicina Ucraina, che dopo la `rivoluzione arancione` sogna di entrare nel`Ue, in meno di un decennio ha visto la percentuale dei propri disoccupati balzare dal 5.6 al 9.1. E i paesi dell`Europa centrale e orientale hanno oggi il più alto tasso di disoccupazione giovanile nella Ue: dal 1993 al 2003 si è passati dal 22.5 al 30.7.
Per la Polonia, il paese più popoloso tra i `nuovi europei`, si rasenta il dramma: il 41% dei giovani dai 15 ai 24 anni è senza lavoro e il dato migliora di poco dai 25 ai 29 anni (22.7%). Se si considera, poi, il totale dei disoccupati (dai 15 ai 64 anni), si scopre che la percentuale si attesta sui 19.3, contro gli 8.5 dell`Europa a venticinque. La situazione in Slovacchia è poco più rosea di quella della Polonia: 32.7%.
Le cose non vanno meglio per chi aspira a entrare nell`Unione: Bulgaria e Croazia si aggirano intorno al 37% di giovani disoccupati. Italia e Grecia rispettivamente con il 26% e il 28% rappresentano, invece, il `lato oscuro` della vecchia Europa.
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