USA: New York a piedi. Primo sciopero dopo 25 anni

Loading

NULL

(dal “Corriere della Sera” 21 dicembre 2005)

New York a piedi. Primo sciopero dopo 25 anni

Sette milioni senza bus e metrò. Il giudice: mega multa ai sindacati

DAL NOSTRO INVIATO
NEW YORK – Madison Avenue, off limits per i veicoli privati (il sindaco Bloomberg l’ha riservata, assieme alla Quinta Strada, alla polizia e ai mezzi d’emergenza per tutta la durata dello sciopero di bus e metrò), diventa una pista per chi ha scelto di andare al lavoro in bicicletta o con i pattini. Molti sono giovani funzionari delle banche della parte sud di Manhattan. I più bravi disegnano veroniche attorno alle fenditure dell’asfalto, martoriato dai Tir da 40 tonnellate. Gli altri sobbalzano sui loro rollerblade a ogni tombino. Qualcuno cade.
Nell’aria gelida di una splendida mattinata la sfida di una giornata diversa, l’autostima che invade chi riesce ad arrivare comunque a destinazione prevalgono sulla tensione, sulla rabbia per lo sciopero. Qualche strada più in là il traffico è intenso ma non caotico. I più arrabbiati sono probabilmente i commercianti che ancora non sono riusciti a raggiungere i loro negozi.
I turisti che hanno invaso la città già da una settimana, «forzati» dello shopping natalizio, sono, invece, stralunati: formano capannelli agli incroci e davanti alle saracinesche abbassate, molti non sanno che lo sciopero, annunciato da giorni, è scattato all’improvviso, alle 3 di notte. Il blocco che colpisce i sette milioni di cittadini che ogni giorno usano i mezzi della Metropolitan Transit Authority fa infuriare le autorità, anche perché alla fine l’azienda aveva rinunciato a quasi tutte le misure di contenimento della spesa pensionistica e aveva offerto un aumento retributivo del 10,5% in tre anni. Ma il sindacato Local 100, benché sconfessato dalla centrale nazionale del Twu (Transport Workers Union), che considerava significativa l’ultima offerta, ha deciso ugualmente per la rottura.
È una scelta grave: a New York non si sciopera molto, ma quando esplode un conflitto è difficile ricucire. La città trema al ricordo dell’ultimo blocco dei trasporti pubblici: risale a 25 anni fa e durò 11 giorni. Stavolta c’è l’incognita della battaglia giudiziaria perché lo sciopero, sulla base delle nuove leggi, è illegale. Il sindacato ha messo da parte diversi milioni di dollari per pagare le sanzioni: un giudice ha già imposto da ieri una multa di un milione di dollari per ogni giorno di sciopero.
La gente per ora reagisce con pacatezza. Anche chi accusa i sindacati di abusare del loro potere negoziale e considera gli autoferrotranvieri una categoria privilegiata che gode di stipendi e benefici sociali che ben pochi in città possono vantare, evita le invettive. Autisti dei bus e conduttori della subway non sono venerati come i pompieri, gli eroi dell’11 settembre, ma amministrano ancora un discreto patrimonio di simpatia: lavorano in condizioni disagiate e la metropolitana è considerata un potenziale obiettivo dei terroristi.
Ma è un patrimonio che non durerà molto. Il sindacato lo sa e ha inondato le televisioni di spot pubblicitari nei quali alcune donne dipendenti dell’Mta, bandiera a stelle e strisce alle spalle, si scusano coi cittadini per i disagi. Ma i telegiornali trasmettono in continuazione anche la requisitoria di Bloomberg – appena rieletto primo cittadino – che accusa il sindacato di aver imboccato la via dell’illegalità, avverte che «nessuno può scegliere quali leggi rispettare e quali ignorare» e sollecita punizioni esemplari.
E se le telecamere che hanno intercettato la gente che fin dall’alba ha iniziato ad attraversare a piedi il ponte di Brooklyn per recarsi al lavoro hanno ripreso soprattutto persone infreddolite ma serene, nelle redazioni cominciano ad affluire i messaggi irati di chi perde affari o, addirittura, il lavoro: «Sono un muratore, abito nel Bronx e non ho potuto raggiungere il mio cantiere a Manhattan. Mi hanno già sostituito. Sono pagato a giornata. Quindi, a quattro giorni da Natale sono disoccupato. Augurate per mio conto buone feste alla Mta e ai suoi lavoratori» scrive alla rete New York 1 Angel, un operaio ispanico.
Ai posti di blocco della polizia che filtrano le auto dirette a Manhattan, controllando che su ogni veicolo ci siano almeno quattro passeggeri, come da ordinanza comunale, l’irritazione si mescola con quella per la rigidità con cui viene applicata la norma. Serve a evitare che la città si riempia di vetture con a bordo il solo autista, ma i blocchi hanno trasferito gli imbottigliamenti dal centro alla periferia: dalle due alle quattro ore in fila per sbarcare a Manhattan. Le vetture con meno di 4 passeggeri vengono bloccate fino a quando i guidatori non reclutano qualche compagno di strada. Giganteschi fuoristrada e limousine che solitamente sfrecciano sui viali, coi vetri fumé, costeggiano a passo d’uomo coi finestrini abbassati i marciapiedi offrendo un passaggio ai pedoni. Anche per prendere un taxi bisogna organizzare un pool di perfetti estranei: esperienza curiosa in una città in cui tutti sono abituati a tirare dritti per la loro strada.
I poliziotti fanno del loro meglio per smistare il traffico, mentre sui ponti che collegano il centro con Brooklyn e il Queens la Croce Rossa offre caffè e cioccolata calda ai pedoni infreddoliti (4 gradi sotto zero).
È lo spettacolo di compostezza e disciplina che New York ha offerto dopo l’attacco alle Torri o durante il blackout di due anni fa. Ma la solidarietà su cui si basa quella compostezza e che va al di là delle forti disparità sociali in queste ore vacilla pericolosamente.
Massimo Gaggi

**************

Il sindacalista immigrato da Trinidad sfida il sindaco più ricco del mondo

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
NEW YORK – Sono il Peppone e don Camillo della politica newyorchese. Roger Toussaint, il battagliero leader sindacalista che ha gettato nel caos New York, e Michael Bloomberg, il sindaco repubblicano deciso a «fargliela pagare». Insieme, rappresentano le due facce del primo sciopero newyorchese di bus e metrò da un quarto di secolo.
«I lavoratori dei trasporti sono stanchi di non essere apprezzati e rispettati», tuona Toussaint, eroe del nuovo e più combattivo sindacalismo americano, che Bloomberg definisce «fuorilegge», «egoista», «immorale» e «sovversivo». Mentre il primo cittadino attraversava a piedi il ponte di Brooklyn, per mostrare solidarietà ai pendolari, il suo rivale esortava gli iscritti a «tenere duro, in nome dei vostri figli».
Tanto diversi eppure così simili. L`uomo che ha messo in ginocchio New York senza bombe e kamikaze è nato a Trinidad nel ’56 ed è stato espulso dal liceo a 17 anni per aver ricoperto i muri della scuola con lo slogan «Free Education Means Free Books».
Anche il suo rivale – il 40° uomo più ricco del pianeta secondo Forbes – è un uomo di principi. Al punto d`aver speso 151 milioni di dollari della propria fortuna personale di oltre 5 miliardi di dollari per farsi eleggere due volte (103 dollari ad elettore: un record).
Dopo aver vissuto in un monolocale di Trinidad con i genitori e sette fratelli, nel ’74 Toussaint emigra a Brooklyn. Mentre il futuro sindaco viene ammesso ad Harvard – un traguardo, allora, per un ebreo middle class, figlio di un contabile e di una casalinga – Toussaint s’iscrive al Brooklyn College e diventa subito leader studentesco. Per pagarsi gli studi Bloomberg fa il parcheggiatore e s’indebita con le banche. Toussaint è meno fortunato e quando non gli accordano il college Loan è costretto ad abbandonare il sogno di una laurea e viene assunto dalla Transit Authority (TA), prima come spazzino e poi come addetto alla manutenzione dei treni. «Le Union ci hanno tradito ed è ora di ribellarci», scrive Toussaint nella newsletter On Track , che fonda negli anni 80 per rivoluzionare dall’interno un sindacato giudicato «inefficace». «Le multinazionali del tabacco ci hanno tradito e dobbiamo ribellarci», dirà il 108° sindaco di New York nell’inaugurare la più severa legge antifumo d’America.
Nel ’98, quando il magnate dell’omonimo impero multimediale medita la candidatura, la TA licenzia Toussaint, senza motivi, tre mesi dopo l’incidente d’auto che l’ha lasciato temporaneamente disabile. I giornali rivelano che la TA l’ha pedinato per anni alle riunioni sindacali e persino all`asilo di uno dei suoi 4 figli. Lo scandalo lo trasforma in eroe e nel 2000 la fazione più attivista del sindacato, «New Direction», da lui fondata, lo elegge presidente.
La sua prima mossa è autoridursi il salario del 25%. L’anno dopo il neosindaco Bloomberg annuncia che il suo salario annuo sarà di appena un dollaro. Le loro strade si sono incrociate di nuovo all’indomani dello sciopero. «I ricchi vogliono far retrocedere la middle class e io combatterò con le unghie e con i denti per impedirlo», ha detto Toussaint. «Non gli permetterò di danneggiare la mia città e i suoi abitanti», ha subito replicato Bloomberg.

Alessandra Farkas

*********

LA LEGGE
Una legge dello Stato proibisce gli scioperi nel pubblico impiego. Il provvedimento, che prende il nome di Taylor, stabilisce che ogni giorno di sciopero venga sanzionato con due giorni di stipendio. Questa volta i dipendenti del lavoro pubblico hanno preferito rischiare

I PRECEDENTI
L’ultimo sciopero che ha paralizzato la Grande Mela è quello dell’aprile 1980: bloccò la città per undici giorni di fila e costò più di un miliardo di dollari. Memorabile quello del 5 gennaio 1966

/wp-contents/uploads/doc/“>


Related Articles

Ancora e sempre in piazza Alimonda, per non rassegnarsi alla sconfitta

Loading

Genova2001. Il 20 luglio di 17 anni fa veniva ucciso Carlo Giuliani, per strada scontri e cariche. Poi l’irruzione alla Diaz e le torture a Bolzaneto

Roma. La rete dei diritti contro le mafie in piazza a Centocelle

Loading

 Cittadinanza e associazioni insieme per affermare che il quartiere romano sul quale hanno messo le mani i clan «è CøAsa Nostra». Un percorso per riappropriarsi del territorio

AIDS: Accordo con le case farmaceutiche: prezzi più bassi in 50 paesi

Loading

NULL (da “la Repubblica, SABATO, 14 GENNAIO 2006, pagina 17 – Esteri) Aids, nuova vittoria per Clinton Accordo con le

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment