Milano e i rifugiati di via Lecco: la vergogna di una città

by redazione | 29 Dicembre 2005 0:00

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(da “La Repubblica“, 29 dicembre 2005, pagina I – Milano)

LA VERGOGNA DI UNA CITTÀ IRRICONOSCIBILE

Ma che città è diventata Milano, se anche i grandi preti come Colmegna e Davanzo si arrendono di fronte all´ottusità delle ideologie? Ma come possiamo pensare di stare in Europa se non riusciamo nemmeno a risolvere il dramma umano di un piccolo gruppo di uomini, donne e bambini che vagano con dignità dolente nelle strade del Natale, sotto la neve e nel gelo? Come possiamo convincerli a ritirare i loro no, alcuni dei quali senza dubbio sbagliati e suggeriti, se ormai gli abbiamo conficcato nella mente, con le nostre parole inutili e dure, che tutto non è altro che un imbroglio? Come possiamo non indignarci di avere un sindaco che è scomparso dalla scena (e forse persino da se stesso) e che una volta di più dimostra di non avere sufficiente sensibilità per stare vicino alla gente di questa città, qualunque sia il colore della sua pelle, la sua provenienza, i suoi anni di residenza all´ombra della madonnina? Come possiamo ascoltare senza metterci a sorridere il vice sindaco De Corato che si applaude da solo perché «la macchina comunale» ha evitato un´altra brutta figura sotto una neve fradicia e fragile che ha appena imbiancato i giardini di una metropoli praticamente deserta, mentre la sua collega Maiolo dice che la questione dei rifugiati è chiusa nonostante siano ancora in strada e il leghista Salvini aggiunge che le loro richieste sono esagerate? Come si può sperare in un futuro diverso quando si assiste ancora una volta – ricordate i rom di Triboniano – al ping pong di accuse tra istituzioni e all´invito al nuovo prefetto di “aprire un tavolo“, esattamente come faceva l´ex Ferrante? Come possiamo non domandarci dove sono finiti i nostri eleganti imprenditori con il cuore in mano? Come si può assistere a tutto questo senza vergognarsi un po´ di essere milanesi, senza restare annichiliti dallo scenario politico di oggi e essere anche poco ottimisti su quello di domani?

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