Amnistia col trucco

by redazione | 15 Dicembre 2005 0:00

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(da “Il Manifesto“ del 15 dicembre 2005, pag. 1)

Amnistia col trucco

di Andrea Colombo

Hanno perfettamente ragione Prodi, Fassino e Rutelli nel chiedere alla destra di assumere una posizione chiara sull`amnistia, senza creare per l’ennesima volta tra i detenuti aspettative destinate a sfociare in cocente delusione. Dovrebbero però rivolgere lo stesso invito a se stessi. Alla limpida amnistia invocata da Pannella hanno infatti contrapposto un fumoso e limitatissimo ”indultino-bis”, oltretutto congegnato in modo tale da risultare inaccettabile per la destra

. È un gioco delle parti già visto: si ripete ogni volta che i politici si trovano alle prese con un provvedimento di clemenza. Consiste nel cercare non di affrontare il problema bensì di scaricare ogni responsabilità sulle spalle degli avversari. La fine è nota: un nulla di fatto o, peggio, una presa in giro, un provvedimento svuotato di ogni impatto reale. A salvare la situazione ci penserà il senso di responsabilità dei detenuti, decisamente superiore a quello del ceto politico.

Complimenti anche al segretario della Cgil Epifani. Con una lunga e vibrata lettera, ha aderito alla manifestazione indetta da Pannella per il prossimo 25 dicembre. Presa di posizione encomiabile, ma sarebbe stata più credibile se il leader avesse annunciato la disponibilità della Cgil a collaborare all`organizzazione dell`appuntamento.

I silenzi e le ambiguità del centrodestra, i pavidi giochini del centrosinistra, le omissioni della Cgil suonano tutti come conferma della medesima realtà. In qusto paese pochissimi hanno il coraggio di affrontare sul serio il collasso sia delle carceri che dell` amministrazione della giustizia. Lo ha fatto Giovanni Paolo II, e nel modo più solenne, ma persino lui è rimasto inascoltato: chiedere di santificare subito Wojtyla è molto più facile che non sfidare le ire dell’elettorato forcaiolo dando seguito al suoi appelli.

Quello che i leader del centrosinistra stanno inviando è un pessimo segnale, e il peggior viatico per la campagna elettorale. Se 1’Ulivo non è politicamente in grado di sostenere, senza ipocrisie e senza trucchi, una vera amnistia, farebbe meglio ad ammetterlo e ad affrontare con qualche coraggio il tabù che da anni blocca ogni tentativo di rendere meno inumana la condizione delle carceri e meno paralizzata l`amministrazione della giustizia: l’aver cavalcato scioccamente le paure dei cittadini e l`aver creato infondate emergenze sicurezza al solo scopo di raggranellare voti inseguendo la destra sul suo terreno.

È noto che parlare di programmi in casa dell`Unione è inopportuno e volgare come discutere di corda in casa dell`impiccato. Resta inevitabile, tanto più di fronte alla cinica manovra propagandistica di ieri, invitare i forse futuri governanti a mettere da parte i giochini politici, incluso quello «del cerino», per ribadire con massima chiarezza l`intenzione di affrontare sul serio – con la depenalizzazione dei reati minori, con l`incremento delle misure alternative al carcere e con una vera anmistia – l`emergenza giustizia. Che riguarda i politici, non i criminali.

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