Un digiuno per non essere complici

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Da “Il Manifesto“, pagine di Firenze [11/09/05]

Domani iniziano i lavori parlamentari per l’ultimo scampolo di legislatura (150 o 180 giorni prima delle elezioni) e l’attenzione è concentrata sulla legge elettorale e sul disegno di legge contro le intercettazioni telefoniche.
Sul carcere e i suoi problemi rischia di calare una pietra tombale. Ho riflettuto molto prima di decidere di lanciare una iniziativa nonviolenta e di dialogo che non sia di pura testimonianza ma abbia qualche possibilità di conseguire alcuni obiettivi.
Mi sono convinto che non si poteva restare in silenzio e impotenti di fronte a una catastrofe annunciata. Il bilancio della legislatura per il carcere è assolutamente negativo; nulla è stato fatto non solo dal punto di vista delle riforme necessarie, ma neppure rispetto all’ordinaria amministrazione. Si è fatta balenare la prospettiva dell’amnistia e dell’indulto, per poi lasciare le macerie dell’inganno, della delusione e della frustrazione.

Così 60.000 detenuti vivono ammassati in celle inadeguate, senza cure, senza attività trattamentali e risocializzanti, senza educatori, immolati sull’altare della sicurezza.
Il 22 agosto sono scaduti i cinque anni che il nuovo Regolamento di applicazione dell’Ordinamento Penitenziario (DPR n.230 del 2000) da me fortemente sostenuto come sottosegretario ed elaborato da Sandro Margara, prevedeva per le opere di ristrutturazione degli istituti penitenziari a cominciare dai servizi igienici, dalle cucine agli impianti elettrici. Nulla è stato fatto e la responsabilità del Ministro Castelli per una inadempienza che impedisce la vivibilità e viola i diritti umani è grave, censurabile e forse sanzionabile.
Il carcere che tiene ristretti i cittadini che hanno violato la legge, viola le sue leggi mettendosi così fuori dalla legalità. E’ una situazione che non può essere tollerata e che va denunciata come inadempienza senza alibi.

Per dare un segno, anche minimo, di attenzione al mondo dei senza voce, chiedo al Presidente della Camera Casini di inserire all’ordine del giorno dei lavori tre proposte di legge che raccolgono un consenso ampio e trasversale e che occuperebbero non più di un pomeriggio di esame a Montecitorio. Si tratta della proposta per l’istituzione del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale, già esaminata dalla Commissione Affari Costituzionali e che ha come relatore l’on. Nitto Palma di Forza Italia; della proposta sull’affettività per i detenuti firmata da ottanta deputati tra cui Boato, Ruggeri, Folena, Biondi e Pecorella; della proposta che ha come primi firmatari Realacci e Paoletti Tangheroni per il diritto di visita alle carceri per sindaci e presidenti di provincia.

Per i problemi del carcere di Sollicciano, chiedo al Presidente del Dipartimento dell’Ammnistrazione Penitenziaria, Giovanni Tinebra, di prendere i provvedimenti che gli sono stati suggeriti e illustrati per rispettare la capienza regolamentare prevista per il carcere di Firenze garantendo l’ispirazione originaria dell’istituto che non sopporta di essere un mero contenitore di corpi.
Sempre per Sollicciano chiedo al Ministro Lunardi e al responsabile del Ministero delle Infrastrutture per la Toscana, ing. Ernesto Reali, di trovare i pochi fondi per completare il progetto del Giardino degli Incontri dell’architetto Michelucci che regalerebbe un po’ di poesia al carcere e un’opera d’arte alla città, facendo interagire due mondi separati.

La notizia del suicidio di un anziano di 73 anni a Sollicciano mi fa sentire più disarmato. Lunedì 12 inizierò un digiuno con la speranza di aiutare una riflessione collettiva sulla tragedia quotidiana. Spero di non essere solo.
Franco Corleone

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