Pace e diritti globali – dibattito a FestAmbiente

Loading

NULL

DIBATTITI|Serafini:: «Il movimento pacifista deve incidere di più»

Dalla parte delle vittime

Come costruire un futuro di pace? A Festambiente si parla di guerra, ma anche di sviluppo sostenibile, diritti negati e lotta alla povertà. Con un solo obiettivo: passare da un mondo in conflitto per le risorse energetiche ad uno pacificato e rinnovabile

Quanti significati si nascondono dietro la parola pace? Tanti quanti gli esseri umani uccisi, mutilati, privati di ogni diritto. Questa la riflessione che emerge dal dibattito “Pace, Paix, Paz, Peace, Frieden: l`intervento nelle aree di crisi“ organizzato da Festambiente nella sua quinta giornata di incontri. «Pace non è semplice assenza

di conflitto – ricorda Sergio Segio all’inizio del suo intervento – ma vera giustizia sociale». «Pace vuol dire impegno costante, quotidiano – dice Maurizio Gubbiotti, responsabile del dipartimento internazionale di Legambiente – da parte delle persone, degli enti locali, dei governi». «Pace è soprattutto sconfitta della povertà» aggiunge Cinzia Tacconi, assessore alla cultura della provincia di Grosseto.

Gli avvenimenti degli ultimi anni hanno dimostrato come la risoluzione armata dei conflitti non sia più un incidente di percorso ma un elemento funzionale all’attuale modello di sviluppo globalizzato. «La guerra – ricorda Giulio Marcon responsabile di “Sbilanciamoci“– è diventata scelta normale di politica estera». Combattere questa prassi distorta vuol dire mettere in discussione le fondamenta stesse del sistema politico occidentale. «Il nostro modello di democrazia ha fallito – ammonisce Luciana Castellina –, ma ha la vista talmente corta da non rendersene conto».

La “guerra alla guerra“ si combatte sul terreno delle disuguaglianze sociali, politiche, economiche. «Il movimento pacifista deve passare dalla semplice mobilitazione alla creazione di un progetto politico – propone Massimo Serafini della segreteria nazionale di Legambiente -, dobbiamo inventarci un futuro di pace in cui l’energia non sia più fonte di conflitti». Una presa di coscienza forte che presuppone all’origine un cambio di prospettiva: da “noi“ a “loro“. La marcia Perugia-Assisi è la prima tappa di questo lungo cammino verso un mondo migliore. Non solo una celebrazione delle vittime di ieri ma un impegno concreto per le generazioni di domani.

Da La nuova ecologia, Maurizio Zinni

10 agosto 2005

/wp-contents/uploads/doc/“>


Related Articles

Quel futuro a portata di mani

Loading

LA SOCIETà€ DEL DEBITO  Un’intervista con Andrew Ross. Dopo il lungo inverno neoliberale, Occupy Wall Street è solo uno degli episodi di una realtà , quella statunitense, dove la crisi evidenzia l’eclissi del sogno di riscatto incarnato da Barack Obama e le possibilità  di una critica al capitalismo contemporaneo Can’t Pay, Won’t Pay, Don’t Pay.

Sciagurata l’accusa di eversione Una risposta al giudice Caselli

Loading

MOVIMENTO NO TAV/LA POLEMICA 
Un assetto sociale e istituzionale più giusto si costruisce con la partecipazione Ma quali sono invece gli atteggiamenti che anziché combattere la violenza la incentivano? Sulle pagine del Fatto (22 ottobre) il procuratore della Repubblica di Torino, Gian Carlo Caselli, se la prende con il Movimento No Tav e con «i politici, amministratori, intellettuali e opinionisti» non allineati con il suo modo di gestire alcuni procedimenti relativi a vicende valsusine.

COALIZIONE SOCIALE

Loading

ENTRATA nell’uso, l’espressione “ coalizione sociale ” è stata ieri ufficializzata da Maurizio Landini

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment